Clara Galante. She

Teatro

4° Festival della lettura

Clara Galante (Teatro Eliseo di Roma)
She
scrittura per attrice al piano
di e con Clara Galante
ispirato a Pellegrina Leoni, una creatura di Karen Blixen (da “I sognatori” Sette storie gotiche di Karen Blixen)

La storia di Pellegrina Leoni, personaggio inventato dalla Blixen in uno dei racconti delle Sette storie gotiche, è quella di una cantante di successo che in conseguenza di un incendio perde voce e identità, come la Blixen stessa, che nella vicenda immaginaria della Leoni pare identificasse il suo vissuto, che perse invece parte della propria identità perdendo l'amata piantagione in Africa (o meglio: "la sua Africa").
Ma la She del titolo è una Lei a tutto tondo: per la Galante è niente meno che l'intero modo femminile, disseppellito grazie al rogo purificatorio dell'incendio - evento traumatico ma in realtà liberatorio - che ha sottratto la Leoni/Blixen alle catene della propria ristretta cella identitaria. Scrive la Blixen
"Non voglio più essere una sola donna perché troppo si soffre ad essere una sola. Bisogna che il corpo viva tante persone diverse per essere intelligente Completamente. Bisogna amare la varietà e la leggerezza, sono queste le vere inclinazioni del cuore di Dio. Diminuita o Regina non importa, è sempre l'ora di diventare un'altra. Più di una. Orante. Eternamente femminina. Nuova. Più di una lei."
In un intreccio continuo di musica, prosa e versi liberi, il divagante racconto della Galante si configura così come l'incontro di diverse identità "femminine" che si riverberano l'una dentro l'altra, come dei temi musicali che s'intrecciano. Clara Galante, che è insieme creatura (la Leoni) e creatrice (la stessa Blixen), è anche Billie Holiday, Judy Garland, Janis Joplin, Mia Martini, la Callas, la Barberian etcetera. Il verde delle perle e del suo abito di scena, che vuole rievocare (o almeno esserne un omaggio) la "stanza verde" dove pare che la Blixen amasse scrivere e ricevere i suoi ospiti, simboleggia forse, in qualche modo, una speranza: quella che dalle bianche ceneri risparmiate dalle fiamme possa rinascere un'identità nuova più ricca e sfaccettata, tante donne in una e tutte libere. Pellegrina Leoni non è solo la sua musica, come la Blixen non è l'Africa.

Clara Galante
Si è diplomata presso l'Accademia Nazionale di Arte Drammatica Silvio D'Amico. Si perfeziona all’Istituto del Teatro diretto da Jerzy Stuhr in Cracovia
Al Piccolo Teatro di Milano è attrice ed assistente per Luca Ronconi.
Master class con Peter Brook
Collabora con Bruce Myers al laboratorio triennale " shakespeare in love" presso la Scuola del Teatro Stabile di Torino
In Teatro ha lavorato con Andrea Camilleri, Mario Missiroli, Marco Bellocchio, Mario Ferrero, Lamberto Puggelli, Giorgio Albertazzi, Roberto Guicciardini, Giorgio Pressburgher, Augustie Humet, Michele Placido, Federico Olivetti, Walter Le Moli, Julie Anne Stanzak, Marco Carniti, Luca Ronconi, Federico Tiezzi…..
Con la voce spazia dal blues al jazz alla canzone classica napoletana fino alle sperimentazioni più sofisticate.
A Parigi collabora con i Vegomatic, con il compositore Thierry Los ed incide “Entre deux Virage” di Massimo Guadalupi.
Cantautrice, autrice di “Indizi Terrestri” tratto dall’opera di Marina Ivanovna Cvetaeva

Karen Blixen (Rungsted, 17 aprile 1885 - Copenaghen, 7 settembre 1962) è stata una scrittrice e pittrice danese che possedeva l'abilità di descrivere le sue storie con semplice chiarezza, e grande talento abbinato ad uno stile del tutto personale.
Durante la sua carriera di scrittrice, la Blixen ha usato diversi pseudonimi come: Isak Dinesen, Tania Blixen, Pierre Andrèzel e ancora Osceola; questo largo uso di pseudonimi risultò talmente incomprensibile nell'ambiente letterario del suo tempo che fu causa di pettegolezzi sulla autenticità dei suoi scritti. Ma è col nome del marito che divenne famosa e conosciuta: baronessa Karen Blixen-Finecke.
Durante i primi anni della sua vita, Karen crebbe negli agi della sua bella residenza di campagna a Rungsted, a una trentina di chilometri da Copenaghen, con la madre Ingeborg Westenholz, con il padre Wilhelm, a cui era molto affezionata, e col fratello Thomas e le due sorelle. Il padre, un proprietario terriero che partecipava alla vita politica del Paese, si suicidò quando lei aveva solo dieci anni.
Ragazza dal carattere estroverso e romantico, Karen non era bella ma possedeva quello che si chiama carisma, e la dote straordinaria di piacere alla gente. Frequenta dal 1903 al 1906 l'Accademia delle Belli Arti di Copenaghen, di Parigi (1910) e di altre città d'Europa.
Nel 1907 scrive i suoi primi racconti sotto lo pseudonimo di Osceola, con il titolo Gli eremiti e L'aratore, mentre è del 1909 La famiglia de Cats. Nel 1912 visita anche Roma durante un viaggio col fratello Thomas.

La "sua" Africa
Nel 1913, il 2 dicembre, decide di partire per l'Africa insieme al cugino, il barone Bror von Blixen-Finecke col quale nel frattempo si era fidanzata, con lo scopo di acquistare una fattoria, per vivere lontano dalla civiltà e provare nuove emozioni. Nel 1914 sposa il cugino Bror a Mombasa ed insieme acquistano una piantagione di caffè ai piedi delle colline di N'Gong, vicino a Nairobi, e vi si trasferiscono iniziando l'avventura da tanto tempo sognata.
Il matrimonio termina nel 1921 con il divorzio e Karen resta da sola a dirigere la piantagione che ormai è la sua ragione di vita. Una grande crisi del mercato del caffè la costringe però a chiudere la fattoria nel 1931 e a far ritorno quindi in Danimarca il 31 agosto dello stesso anno. Non tornerà mai più nella sua amata Africa e si dedicherà con passione alla scrittura. Le resterà sempre però una grande nostalgia per la sua terra africana.
Blixen collaborò col giornale di sinistra Politiken come corrispondente da Berlino durante l'anno 1940 e nel 1941 da Helsinki e scrisse Lettera da un paese di guerra.
Usando lo pseudonimo di Isak Dinesen scriverà il lavoro che le porterà il successo: Sette storie gotiche, una raccolta di sette racconti pubblicata sia in America che in Inghilterra nel 1934. Tre anni dopo, nel 1937, scrisse quello che resterà il suo capolavoro e col quale resterà famosa nel panorama letterario del XX secolo: La mia Africa, una sorta di diario dove racconta i suoi anni passati in Kenia e i suoi rapporti con la natura e con i nativi del posto dei quali ammira il modo di vivere.
Ed è appunto nel romanzo La mia Africa che Karen racconta la storia del suo amore per Denys Finch Hatton, amore che durerà per poco tempo poiché Denys morirà in un incidente aereo il 14 maggio del 1931.
Negli anni che trascorse in Danimarca la sua salute fu molto cagionevole e passò lunghi periodi in ospedale a causa di una grave malattia venerea che aveva contratto dal marito. Negli ultimi anni di vita fu costretta a dettare i suoi romanzi alla segretaria a causa della malattia che non le consentiva di stare seduta. La fine arriverà il 7 settembre 1962 all'età di settantasette anni.


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