Clemente Baroni Cavalcabò. L'impotenza del demonio

Convegno

Presentazione della ristampa di
Clemente Baroni Cavalcabò
L'impotenza del demonio
Introduzione di Riccarda Suitner,
Sala Bolognese, Arnaldo Forni Editore, 2013

Intervengono:
Riccarda Suitner (Forschungszentrum Gotha-Universität Erfurt)
Paolo Cristofolini (Scuola Normale Superiore di Pisa)
Gian Paolo Romagnani (Università degli Studi di Verona)

Coordina l'incontro:
Stefano Ferrari (Vice-presidente dell'Accademia degli Agiati)

Nell'età dell'Illuminismo l'Europa è ancora attraversata da violente dispute sull'esistenza della stregoneria e sui poteri del diavolo. Una delle più importanti si svolge attorno all'Accademia degli Agiati di Rovereto. Tra i suoi protagonisti vi sono Girolamo Tartarotti, Scipione Maffei e Clemente Baroni Cavalcabò, autore di un'opera oggi pressoché dimenticata, L'impotenza del demonio (1753). Questo è l'intervento più eccentrico, subito accusato di eterodossia dai contemporanei: vi si dimostra l'incapacità diabolica di far volare i corpi umani negando, di conseguenza, la possibilità del volo delle streghe, che all'epoca costituiva ancora uno dei fondamenti legislativi delle condanne a morte per stregoneria. La dimostrazione è condotta con una sapiente reinterpretazione di celebri passi della Bibbia, argomentazioni tratte dalla celeberrima separazione cartesiana tra anima (res cogitans) e corpo (res extensa), interpretata in chiave demonologica, e soprattutto attraverso le leggi della «nuova scienza». È questo elemento, e in particolare l'applicazione della legge della conservazione della forza motrice di Leibniz, a rendere L'impotenza del demonio un'opera tipica dello spirito dell'Illuminismo, un originalissimo contributo alla confutazione dell'idea di mondo animato da potenze sovrannaturali, ancora diffusa nel Settecento inoltrato.


organizzazione: Accademia Roveretana degli Agiati