Come rimettere a posto l'area dell'euro

Convegno

Festival dell'economia
Focus

Charles Wyplosz
La crisi del debito europeo è la diretta conseguenza dell'errore commesso nel 1997 con l'adozione del Patto di stabilità. Un patto destinato a fallire giacché si basava su un equivoco di fondo: immaginare di poter imporre una disciplina fiscale a Stati sovrani. D'altra parte c'è una strada virtuosa per affermare la disciplina fiscale nell'area dell'euro e parte dall'ovvio riconoscimento che i Parlamenti sono e debbono rimanere sovrani. Quello di cui hanno bisogno sono gli incentivi giusti: il modello da seguire è quello degli Stati Uniti.

introduce Enrico Franco

Charles Wyplosz
È professore di economia internazionale al Graduate Institute of International and Development Studies a Ginevra, dove è anche direttore dell'International Centre of Money and Banking Studies (ICMB). In precedenza, è stato Associate Dean for Research and Development presso INSEAD e direttore del programma di dottorato di economia all'Ecole des Hautes Etudes en Science Sociales a Parigi. È stato anche direttore dell'International Macroeconomics Programme del Centre for Economic Policy Research (CEPR). I suoi principali ambiti di ricerca sono la trasparenza delle politiche monetarie, l'integrazione monetaria europea, la disciplina fiscale e le crisi finanziarie. Attualmente è membro del Comitato scientifico dell'European Systemic Risk Board, fa parte del gruppo di esperti del Comitato per gli affari economici e monetari del Parlamento Europeo e del "Bellagio Group". È inoltre consulente di diverse organizzazioni internazionali. È stato per esempio consigliere dei presidenti di Francia e della Commissione Europea e dei governi della Federazione Russa e di Cipro.
È inoltre membro di numerosi consigli di organizzazioni professionali e di centri di ricerca europei.
È co-autore di un importante libro di testo di macroeconomia e di un libro di testo di integrazione economica europea. È stato fondatore e direttore editoriale della rivista specializzata "Economic Policy". È editorialista di giornali come "Financial Times", "Le Monde", "Libération", "Le Temps", "Finanz und Wirtschaft" e "Handelsblatt".


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