Come una Lama

Convegno

Il 4 aprile 2014, ore 21.00 presso il teatro San Marco di Trento, debutterà Comeunalama, la nuova produzione di EstroTeatro e TeatroE, tratta da un romanzo di Maria Vittoria Pichi, con drammaturgia di Silvana Covertini, per l'adattamento e la regia di Mirko Corradini. In scena: Cinzia Scotton, Giuliano Comin e Carole Destribats. Lo spettacolo replicherà il 5 aprile 2014, sempre al teatro San Marco, ore 21.00.
Le prove sono iniziate da una settimana e, in attesa del debutto, EstroTeatro ha deciso di organizzare un incontro per presentare il libro che ha dato il via al nostro progetto:
Come una Lama di Maria Vittoria Pichi.
L'autrice sarà presente a Trento, mercoledì 12 marzo alle ore 18.30 al Barycentro di Trento, per presentare il proprio lavoro, accompagnata dalla lettura di alcuni brani da parte degli attori coinvolti nello spettacolo. Un modo per conoscere più da vicino l’altra parte di uno dei periodi più bui e sconosciuti della nostra storia, gli anni di piombo, attraverso il racconto autobiografico di una donna messa in carcere ingiustamente e con l'unico scopo di dare un nome in pasto al popolo.
L'autrice racconterà la sua esperienza fuori e dentro il carcere, ripercorrendo le tappe di un incubo che ha deciso di rivelare dopo trent’anni, per rompere il silenzio e raccontare, da una prospettiva inedita, l’altra verità.
Vi aspettiamo numerosi mercoledì 12 marzo 2014 ore 18.30 Barycentro , piazza Venezia n°34, Trento

28 dicembre 1981. In un piccolo paese a pochi chilometri da Padova i carabinieri arrestano, con l'accusa di terrorismo e sequestro di persona, una giovane farmacista di origine marchigiana. Come una lama è il racconto di ciò che avvenne a partire da quel momento.
L'autrice, Maria Vittoria Pichi, ha vissuto in prima persona i fatti narrati in questo libro, nel quale ci mostra come possa realmente accadere che una ragazza politicamente schierata a sinistra, venga accusata di un crimine che non ha commesso e rinchiusa in carcere per più di cento giorni.
Questo libro non è un diario, né un reportage di cronaca, né un saggio sociologico. Forse è tutte e tre le cose insieme, ma essenzialmente è una dolorosa sequenza di appunti, una febbrile teoria di immagini che ci porta indietro nel tempo, in un periodo oscuro della storia italiana, i cosiddetti anni di piombo. Di fronte a una giustizia cieca, di kafkiana memoria, che deve a tutti i costi trovare dei colpevoli, non resta altro che sgomento, angoscia e rassegnazione. Sebbene incredula, Maria Vittoria riesce ad attendere con calma che l'incubo finisca. Sarà scagionata e rimessa in libertà, ma la sua vita non potrà essere mai più quella di prima. Dopo 30 anni, l’autrice decide di rendere pubblica la sua verità.