Comeunalama

Teatro

Produzione TeatroE/EstroTeatro
Comeunalama
Tratto dal racconto autobiografico di Maria Vittoria Pichi
Drammaturgia Silvana Lucia Convertini
Adattamento e regia di Mirko Corradini

con
Cinzia Scotton
Giuliano Comin
Carole Destribats

e la partecipazione di
Simone Panza
Laurent Gjeci


Ideazione scenografica Mirko Corradini
Realizzazione scenografica WM allestimenti
Ricerca musicale Eric Gardini
Montaggio e ricerca video Corrado Measso
Collaborazione scenografica Sara Parisi
Assistenza alla regia Nicola Piffer
Collaborazione ExFormat Comunicazione
Organizzazione Alessio dalla Costa, Lucia Cabrera

Comeunalama è un progetto artistico che ripercorre la storia di Maria Vittoria Pichi a partire dal 28 Dicembre 1981. Quel giorno venne prelevata e arrestata con l'accusa di terrorismo e sequestro di persona, incolpata ingiustamente del rapimento del Generale Dozier.
Questo spettacolo vuole innanzitutto aggiungere un tassello, una prospettiva, su tutte quelle storie, inedite e non, che si sono susseguite tra fine anni '70 e inizi anni '80, e che i giornali e le televisioni hanno propagandato e distorto. E' uno spettacolo che vuole mostrare lo stato del sistema penitenziario italiano degli "anni di piombo", informare sul modo in cui persone venivano costrette all'isolamento e al carcere senza un motivo accertato da prove concrete. Si parla di donne vissute in un periodo storico e politico che vede, nella lotta (armata e non), nella rappresentazione politica, nei fatti accaduti e riproposti alla memoria dei 30 anni successivi, una preponderante presenza maschile. Donne che hanno preso parte con i loro corpi, che si sono assunte il peso e i rischi della lotta, che hanno sostenuto e incoraggiato la spinta al cambiamento, ad una necessità di giustizia.
"Un giorno, hai una bella stanza in un appartamento luminoso in un quartiere tranquillo e carino, la condividi con un uomo prezioso, che ami e che ti corrisponde, hai un cane eccezionale, e anche due gatte; hai la laurea in farmacia e hai appena trovato un impiego a tempo indeterminato, l’ambiente di lavoro è ottimo, soprattutto le colleghe, che diventano tue amiche e ti accolgono nella loro famiglia come una sorella, hai quindi nuovi genitori, nuove sorelle, nuovi parenti. Hai la fortuna di essere arrivata a Padova per l’università e di poter condividere con tante compagne e compagni la voglia di discutere, di capire, di progettare il cambiamento. Hai l’energia e la serenità per continuare, fuori dall’orario di lavoro, a seguire le cose che ti interessano, stando in giro, incontrando sempre le persone che ti stanno a cuore, hai la tua R4 per caricare Botolo e andare a fare passeggiate con lui.
Poi, di colpo, non hai più niente: vieni sbattuta sui giornali e in televisione, le tue cose sequestrate, toccate, indagate, manomesse, perse, rubate. Hanno girato una chiave, mille chiavi, tu sei in uno spazio vuoto, senza niente addosso che non sia te stessa.
Denudata. Defraudata.
La paura di attaccarti alle cose e alle persone non ti lascerà più, resterà la sensazione che tutto, da un momento all’altro, può esserti sottratto. Anche una nuova amica."