Comme farfalle nella pancia
Quinto Teatro
Regia di Antonio Viganò
Si chiama come farfalle nella pancia cioè quella emozione lieve ma che spinge a fare, una sensazione urgente, non si sa se di gioia o di dolore,che deve trovare espressione.
Ed eccola lì, sul palco, tutta intera, quella espressione che rifiuta di spiegare se stessa ; si mette a tacere chi vuole piegarla nella norma con un discorso compiuto e si preferisce affidarla allemozione comunicata con tutti se stessi.
Così, questo spettacolo da voce alla diversità e al suo rapporto difficile con la vita cosiddetta normale, ma senza ragionamenti o discorsi, ma con puro teatro.
Gli attori sono corpi e voci che senza mediazioni e interpreti, alla pari con il pubblico, comunicano quello che di sé hanno scelto e costruito insieme.
E, come succede a teatro, lo spettatore è rapito in quel mondo così si realizza lincontro . (Isabella Cherubini - RAI Bolzano)
Se il teatro incontra la diversità è soprattutto per dargli voce, per svelare quello che non si vede, quello che non ci si aspetta, quello che è normalmente nascosto, celato, invisibile.
Se il teatro incontra il diverso è per mostrarlo in altro modo, per uscire da una condizione sociale e far nascere una comunicazione sociale, per dare voce a chi è muto e per dare orecchie a chi è sordo.
Se il teatro incontra lalterità è per moltiplicare le differenze, non per rendere tutti normali.
Per questo, il laboratorio spettacolo che presentiamo con questi attori dellessere , vuole essere un contributo a modificare il nostro sguardo sullhandicap, per ricordare a tutti che lesclusione ci può illudere ma ci impoverisce.
Il problema ( se cè un vero problema) non è delegabile solo ai servizi sociali, ma deve essere affrontato culturalmente, dando a tutti gli strumenti per vivere allinterno di una socialità condivisa.
Di fronte ad una società che corre sempre più veloce , chi non riesce a tenere la corsa rischia di essere escluso o di essere considerato malato. Ma noi vogliamo pensare che ognuno di noi è portatore di un handicap e di una sua ricchezza personale; si tratta di mettere in valore le capacità, le ricchezze, piuttosto che stare attenti solo a quelle che chiamiamo deficienze.
Questi attori che con noi si mettono nel gioco del teatro , rivendicano il diritto ad immaginarsi altro, a diventare narratori della propria storia, giocando sui luoghi comuni che ci circondano.
Lo spettacolo alla fine del laboratorio racconterà tutto questo, con ironia e leggerezza e anche del dolore e della difficoltà della relazione tra queste presunte differenze.
organizzazione: Compagnia Arditodesio Ex Teatro di Bambs