Comunque sia... bisogna avere occhi

Teatro

Festa Democratica sulla neve

Associazione Josephine Cre(A)zioni
Comunque sia... bisogna avere occhi
Storia della Galileo Industrie Ottiche
Ricerca e testo: Antonella Saccarola
Attori: Linda Bobbo e Vanni Carpenedo
Regia: Patricia Zanco e Daniela Mattiuzzi

Venezia in tasca:
i luoghi della cultura Comunque sia... bisogna avere occhi
Mestre, Teatro Aurora

il 21 Febbraio 2010 ore 17:30


Manifesto
Ricerca e testo: Antonella Saccarola

Attori: Linda Bobbo e Vanni Carpenedo

Regia: Patricia Zanco e Daniela Mattiuzzi

Biglietti
Ingresso libero

Per informazioni
Associazione Josephine Cre(A)zioni

saccarola.antonella@libero.it

 

L'Associazione culturale Josephine Cre(A)zioni, da alcuni anni attiva a Marghera, continua la sua ricerca su argomenti legati al nostro territorio e propone uno spettacolo teatrale in cui si ripercorre la storia della Galileo Industrie Ottiche.

"Una storia che mi affascinava, una storia sofferta che appartiene ai lavoratori Galileo ma anche alla città e alla storia di Porto Marghera; una fabbrica dismessa che si sta coprendo di rovi e bambù che ne coprono la scritta e la memoria. Per ridare memoria a questa storia, soprattutto ai giovani, ho scritto questo testo, frutto anch'esso di una ricerca sociale, di interviste a operai che hanno lavorato nella fabbrica, in diversi reparti.

Strada facendo ho scoperto che sono veramente tante le persone, uomini e donne, che hanno lavorato alla Galileo Industrie Ottiche e che molti negozi di ottica della provincia sono stati aperti da ex dipendenti della fabbrica.

Una storia delicata, difficile da raccontare, mediatori sono i personaggi Ettore e Vania, marito e moglie che si sono conosciuti alla Galileo e che ne hanno condiviso le vicende fino alla chiusura nel 2000.

Una cosa che mi ha colpita nella ricerca è che molti lavoratori Galileo andavano al lavoro cantando: all'alienazione della fabbrica era contrapposta la relazione fra operai; in molti nelle interviste hanno riferito che alla Galileo sono cresciuti, umanamente e politicamente.

Nella ricerca ho capito anche che alla Galileo c'era un'alta tecnologia, che la lente era prodotta e lavorata, controllata con cura, in uno sforzo collettivo teso a raggiungere la perfezione della lente. Anche questo mi affascinava, il vedere, in questi tempi opachi, perché, come dice Ettore, riportando le parole di suo padre: ‘Comunque sia... bisogna avere occhi!' " (Antonella Saccarola)

Galileo Industrie Ottiche è un intreccio di storie, di lavoro che c'è, ma anche di lavoro rubato, manipolato, trasformato e poi negato.

Punti di forza e di debolezza, il quotidiano e il politico, l'amore e la rabbia, si intrecciano finemente, testimone il tempo, inesorabile, che lascia i segni sui corpi delle persone e sullo scheletro di una fabbrica che non esiste più. Di lei resta il contenitore vuoto e desolato. Dove c'era vita, forza, occhi attenti, mani sapienti e corpi liberati dalla loro stessa fatica è calato il silenzio!

I vetri rotti e la polvere coprono le voci.

L'intreccio viene dipanato da due ex dipendenti Galileo, soffiano sulla polvere, rianimano in un atto creativo la vita autentica di brave operaie e operai che lavorando hanno tessuto atti, pensieri, relazioni. Una storia d'amore quindi, patrimonio non solo degli operai Galileo ma di tutti i lavoratori. Un tema niente affatto leggero... (Patricia Zanco e Daniela Mattiuzzi)