Concerto del pianista Luca Bellelli

Musica classica

Debussy, Skrjabin, Albeniz, Gershwin: l'eredità musicale di Chopin e Liszt nei compositori di fine ottocento

Programma

Claude Debussy (1862-1918)
(1895) Suite bergamasque
(1903) 2 Poème op.32
Clair de lune
Passepied

Alexander Skrjabin (1872-1915)
(1894) Nocturne pour la main gauche op.9 n.2
Prélude
Menuet
Andante cantabile
Allegro. Con eleganza. Con fiducia
(1914) Poème op.72 "Vers La Flamme"

Intervallo

Isaac Albéniz (1860-1909)
(1897) Fantasie Española
La Vega

George Gershwin (1898-1937)
(1927) Tre Preludi
Allegro ben ritmato e deciso
Andante con moto e poco rubato
Allegro ben ritmato e deciso
(1924) Rhapsody in Blue

Era il 17 ottobre del 1849 quando, all'età di trentanove anni, in Place Vendôme a Parigi, Fryderyk Chopin lasciava la sua vita terrena dopo anni di malattia. Nei diciotto anni dal suo arrivo a Parigi aveva conquistato il plauso e la stima dei salotti borghesi, degli artisti e dei compositori contemporanei ma ciò che lasciò ai posteri è un patrimonio di pregnanti emozioni trasformate in sublimi musiche. Più longevo e fortunato, di carattere notevolmente differente, fu il compositore ungherese Franz Liszt, amico di Chopin, che visse fino al 31 luglio del 1886 all'età di settantaquattro anni, tenendo concerti ovunque in Europa ed entrando in contatto con la maggior parte dei pianisti e dei musicisti del suo periodo. Il suo carisma, il suo temperamento artistico e la sua spiritualità lasciarono in eredità ai musicisti contemporanei e futuri un segno indelebile della sua vita musicale.
Claude Debussy nasce a poco più di dodici anni dalla la morte di Chopin, a Saint-Germain-en-Laye il 22 agosto 1862, ed eredita la dolcezza e la profonda intimità pianistica di Chopin trasformandola in un linguaggio innovativo influenzato dalla musica modale e da quella orientale.
Nella Suite bergamasque utilizza la forma barocca della Sonata con il Prélude che irrompe caldamente energico, alternando melodie più intime e sensuali ricche di sfumature delicate che riemergono nel Menuet, dove sembra scorgere dei ballerini intenti a liberarsi dei vecchi movimenti rigidi in favore di linee più libere e fluide. Il Clair de lune è un momento dolcissimo d'intenso lirismo pervaso da atmosfere magiche, che accompagna l'ascoltatore verso l'ultimo movimento caratterizzato da un ritmo di danza molto vivace, inizialmente intimo e delicato che si libra sviluppandosi per poi scomparire, lasciando dietro di sé il sapore sensuale del suo ricordo.
Alexander Skrjabin nasce a Mosca il 6 gennaio 1872 dieci anni più tardi di Debussy ma l'eredità chopiniana è ancora più eclatante, soprattutto nelle opere giovanili come i 24 preludi op.11 scritti seguendo lo schema dei preludi op.28 di Chopin.
Già dal Notturno per la mano sinistra op.9 n.2 richiama alla memoria, con lo stesso ed identico numero di opera, il più conosciuto dei notturni di Chopin mostrando anche in questo il forte legame con la musica del compositore polacco, arricchendolo di tinte tardo romantiche assieme ad una vena più patetica, classica della musica russa e del pianismo lisztiano.
Nei Due poemi Op. 32 il linguaggio si avvia verso lo stile che si allontana lentamente dalla tonalità e dal Romanticismo, alla ricerca di sonorità più libere ed accattivanti. Le indicazioni agogiche ben dettagliate dimostrano il sapore e l'atmosfera nel quale l'autore avvolge l'ascoltatore, proponendo sensazioni calde e delicate, prorompenti ed appassionate.

Il poema "Vers la flamme" è una delle ultime opere di Sckrjabin nella quale emerge l'evoluzione del suo linguaggio musicale apertamente ostico ed enigmatico, che da enfasi alle profonde emozioni contrastanti provate nell'animo umano. Così il lugubre inizio di questo poema, dalla penombra impaurita dell'anima, ricerca la verità nella fiamma purificatrice e nell'emozione estatica che da essa riceve. Da questa istintiva e desiderata attrazione, dettata dal desiderio di far luce nei meandri del proprio inconscio, comincia lentamente ad avvicinarsi all'essenza della fiamma, che lo condurrà all'annullamento di sé stesso ed alla percezione dell'Essere.
Isaac Manuel Francisco Albéniz nasce a Camprodon in Spagna il 29 maggio del 1860 ed a soli quattro anni debutta al pianoforte davanti al grande pubblico del teatro Romea di Barcellona. Dopo aver preso lezioni private con lo stesso insegnante di Debussy, Antoine François Marmontel a Parigi, nel 1867 sostiene e supera l'esame di ammissione al conservatorio della capitale francese ma la sua iscrizione viene rifiutata a causa della giovane età. Tiene innumerevoli concerti in America Latina ed in tutta Europa incontrando anche Liszt, del quale diviene allievo seguendolo a Budapest, Weimar e Roma. Nel 1893 si trasferisce a Parigi dove stringe amicizia con Debussy, Dukas, Fauré, Ravel, insegnando pianoforte alla "Schola cantorum". Erede del virtuosismo lisztiano, la sua produzione per pianoforte esprime in maniera mirabile le sensazioni e le atmosfere della sua terra natia, unendole alla squisita vena impressionistica, peculiare del suo tempo.
La Fantasia spagnola "La Vega", originariamente pensata come Suite orchestrale di più vasta portata, si sviluppa in un brano affascinante per pianoforte che fin dal suo inizio, con le sue atmosfere evanescenti e sensuali, richiama alla memoria il fascino misterioso, il calore e le sonorità spagnole.
George Gershwin nasce a Brooklyn il 26 settembre 1898 e nel corso della sua breve carriera realizza 33 musical teatrali, 15 opere classiche, 7 musical e più di 700 canzoni memorabili che, estratte dai musical, divengono subito il fulcro del repertorio di tutti i musicisti jazz. Nel 1916 a soli diciotto anni, grazie alla sua prima composizione When You Want 'Em You Can't Get 'Em, viene nominato compositore per i grandi musical di Broadway. Legato intimamente alla musica colta europea ed ai grandi pianisti del Romanticismo, nei suoi Tre preludi unisce la semplice e concisa forma preludio, inventata da Chopin, al virtuosismo lisztiano ed a ritmi jazz. Liszt è l'ideatore della forma rapsodica per pianoforte che, collegando più temi popolari ed inventati, esalta lo spirito della sua terra natia. Gershwin eredita questa forma e, nel 1924 in meno di tre settimane, compone la Rhapsody in Blue, una composizione che combina cinque melodie differenti, alternando il classicismo al jazz. La Rapsodia in Blu con le cosiddette "blue notes", la terza e la settima della scala jazz, inizia con un trillo, quasi ad imitazione di un clacson delle strade di New York, proseguendo a rappresentare la vivacità, l'entusiasmo ed il romanticismo del popolo americano, con i vari temi che si uniscono con ritmi cubani e latino-americani.


organizzazione: CDM Centro Didattico Musicateatrodanza