Concerto per harmonium e città

Musica

Drodesera > Centrale di Fies 2009

pathosformel
Concerto per harmonium e città
con Daniel Blanga Gubbay, Paola Villani
e con Lorenzo Senni
produzione pathosformel / Fies Factory One 2009

TEATRI DEL TEMPO PRESENTE
l’ETI Ente Teatrale Italiano
per le nuove creatività

Non si potrebbe trarre un film appassionante dalla pianta di Parigi? Sviluppando le sue diverse configurazioni in ordine cronologico e condensando nella spazio di mezz’ora un movimento secolare di strade, boulevard, passages e piazze?
Walter Benjamin, I passages di Parigi

Il Concerto per harmonium e città nasce come interazione tra un harmonium ed un tessuto elettronico creato a partire da registrazioni di paesaggi sonori urbani. Una città colta nei suoi suoni e rielaborata dal primo risveglio alle ore che seguono il tramonto.
Il concerto è un progetto che nasce indipendente ma legato allo spettacolo La più piccola distanza, recuperandone alcuni aspetti musicali, e la comune volontà di disegnare l’immagine di una città in movimento attraverso le forme astratte di relazioni umane.
Il telaio su cui scorrevano incessantemente i quadrati ha creato un tessuto urbano che vive di vita propria: la proiezione video di una cartografia in movimento guida e accompagna lo sviluppo della musica; una città fatta di linee che scorrono e si rincorrono come macchie d’inchiostro su un tessuto; che si moltiplicano e si incrociano creando e dissolvendo continuamente l’immagine bidimensionale di questa mappa urbana in continuo divenire.
Sono linee che seguono la musica – quasi fossero i serpenti degli incantatori orientali – ma che al tempo stesso ripercorrono fedelmente i percorsi tra gli isolati e le vie della città; che tracciano i flussi mattutini e i punti d’arresto, così come la convergenza tra due o più traiettorie nell’apertura di una piazza.
La musica diviene come una semplice passeggiata urbana: descrive il passaggio del tempo e le note si susseguono una dopo l’altra come se aspettassero ogni volta di seguire un minimo percorso per poter continuare; come uscire per una passeggiata quando nulla ci forza e abbandonarsi al più piccolo impulso, come se il semplice fatto di girare a destra o a sinistra costituisse già un atto essenzialmente poetico.