Configurare le forme, abitare gli universi
S'inaugura domenica primo giugno alle ore 11 nella galleria civica «Craffonara» ai giardini di Porta Orientale la mostra «Configurare le forme, abitare gli universi» dellartista vigevanese Vincenzo Pellitta. La mostra, primo evento espositivo di quest'anno del centro cultutale La Firma nello spazio comunale di Riva del Garda, prosegue fino al 18 giugno, con apertura tutti i giorni dalle 15 alle 18, sabato e domenica anche dalle 10.30 alle 12.30. L'ingresso è libero.
Il mix di sguardi plurimi e di affondi nella cultura del proprio tempo, di configurazione delle forme, di manipolazione e costruzione dello spazio, di declinazione dei segni, di griglia ipermodernista, di flessibilità degli universi, fa vivere il recente lavoro di Vincenzo Pellitta; e ancora, mimetizza e clona, duplica e libera, materializza e imita, esplora connessioni e riprogramma, associa immaginario e catena di montaggio, fa coabitare soggetto-forma e contesto. L'aggettivazione neoastratto-concreta serve a Pellitta a segnalare che l'arte è un metodo di conoscenza del mondo, a muoversi oltre il razionale facendo proprio l'irrazionale come sensazione/ intuizione e avviando quella ispessita sperimentazione linguistico-geometrica che è fatta di ritagli di definizione spaziale.
La parabola artistica di Vincenzo Pellitta si conferma in un arco gestuale di lavoro in cui la monocromia-luce, o meglio lo specchio implorante, sente la consequenzialità scientifica, con l'incidenza delle particelle-materia, dei segni-disegni, e di ogni altro apporto percettivo che avvia relazioni col mondo del segno e della geometria cui da anni l'artista vigevanese ne ha sposato le idealità. Oltre questi capitoli di racconto geometrico e infinitesimale, partiture formali, architetture dello spazio, flussi e riflussi, rapporti, dissonanze, tracce e silenzi. Tutta l'esistenza presente in queste opere è ricca di significati, di sensi profondi che guardano oltre i dati momentanei della percezione, scoprendo un altrove, uno specchiante, una realtà esterna e interna. Lo spazio non si identifica più totalmente con la superficie, ma si trasforma in un luogo di apparizioni ricche di rinvii analogici. Dentro le geometrie, l'immagine e il suo doppio. Privilegio di queste opere è il loro esserci catturate da un'astratta progressione storica. Ad ogni nuova occasione la loro lezione si rinfrange, si riaccende, vive una traduzione infinita, una infinita transizione di senso, di codificazione, di segmentazione, di slittamento, di tracce e percorsi che ritornano all'origine.
Queste opere,che compongono questo nuovo capitolo di Vincenzo Pellitta, da quelle costruite con materiali naturali a quelle specchianti e a quelle intervallate da tracce di colore, necessitano di un senso di durata che si attesta tra l'informalità assoluta e l'assoluto della forma, una luce-colore che si fa presenza-assenza, e addirittura filosofia di fondo dove galleggiano interne armonie. Vincenzo Pellitta annulla le capacità narrative dell'oggetto-opera, che porterebbero standardizzazione e controllabilità, per reintrodurre l'imprevedibilità, l'incertezza, il labirinto, il gioco. Strutture parallele, minimaliste, nate dall'utopia Bauhaus e dal costruttivismo, che oggi sforano in uno spazio cinegenico, dove il visitatore diventa attore specchiandosi.
Vincenzo Pellitta
É nato nel 1948 a Rotondella (Matera). Vive in provincia di Pavia dal 1962 e a Vigevano dal 1976. Comincia a dipingere nel 1970 ricevendo da alcuni artisti pavesi i primi insegnamenti e con gli stessi partecipa a numerosi concorsi di pittura estemporanea approfondendo così la tecnica chiarista, dipingendo paesaggi allaperto. Frequenta in seguito il corso serale di disegno e pittura allIstituto Roncalli di Vigevano. Diverse sono state le componenti formali che ha esaminato, dalle prime esperienze figurative su linee veristiche a quelle del periodo chiarista, poi espressionistiche e infine a quelle informali non declinando anche certe soluzioni di tendenza surrealista. Dal 1992 inizia un recupero per linteresse estetico costruttivo, dipinge prima una serie di opere geometriche ad olio e poi il suo interesse si rivolge al materiale nella sua trasformazione. Il disegno ricavato dal pieno-vuoto è realizzato con la tecnica della tranciatura su metallo eseguita nei primi anni della ricerca facendo uso di trance meccaniche, in seguito usando punzonatrici meccaniche computerizzate e successivamente con macchine computerizzate a taglio laser. Dal 1992 al 2002 opera incollando le lastre di metallo precedentemente ritagliate, su tavola e dipingendo lo sfondo con le varie tonalità di grigio e nero.
Dal 2002 inserisce nelle strutture anche il colore. Dal 2007 usa anche incollare sullo sfondo pellicole specchianti, indagando sul tema specchio-luce. E stato cofondatore di due Gruppi artistici, uno a Pavia La nuova Dimensione e uno a Vigevano Tempo Zero. La sua prima personale risale al 1978. Dal 2000 collabora con la storica Galleria Arte Struktura di Anna Canali, dove conosce i grandi maestri dellarte geometrica, tra gli altri: Bruno Munari, Getulio Alviani, Marcello Morandini, Eugenio Carmi, Edoardo Landi, Ludwig Wilding; esponendo in diverse occasioni al loro fianco. Ha collaborato con il prof. Marco Fraccaro rettore del Collegio Universitario Cairoli di Pavia ad allestire varie mostre. E inserito in diversi cataloghi dArte tra cui il Catalogo dellArte Moderna di Giorgio Mondadori del 2006 e del 2007. Fa parte dei soci artisti del prestigioso Museo della Permanente di Milano. Negli anni 90 è stato socio della Casa della Cultura, dove ha seguito un corso di storia dellArte ( con il prof. Francesco Tedesco dellUniversità Cattolica di Milano), e un seminario di filosofia moderna. Ha viaggiato in Italia e in Europa visitando diversi musei. Ha fatto parte del comitato scientifico dei musei di Vigevano ed è attualmente responsabile degli eventi artistici dello Spazio Rocco Scotellaro di Vigevano. Diversi critici si sono interessati al suo lavoro e ha allestito numerose mostre in Italia ed allestero.