Conversazione con Gloria Spessotto

Convegno

Insieme per l'8 marzo

Lorenza Andreatta e Giovanna Covi, Società Italiana delle Letterate, parleranno con Gloria Spessotto autrice di “Una storia di disamore”.

Storia di una generazione – generazione di donne: le nonne di oggi, ragazze nel dopoguerra. Storia di donne e della loro sottomissione – culturale, sociale – auspicata e data per scontata. Storia dell’abbandono, della solitudine, dell’incomprensione. Dell’incomunicabilità persino con se stesse. E insieme
storia di una forza straordinaria capace di trasformare l’uso masochista e rancoroso del ricordo in perdono anche delle proprie colpe.

Una donna come tante, una Lei di cui non conosciamo neppure il nome. Un’infanzia piena di dolore e tormenti, una guerra continua con zia Armida che cresce lei e suoi fratelli, Ginetta e Filippo, dopo la prematura scomparsa della madre, Marilena. Armida che sentiva di non essere sufficientemente considerata in famiglia, di essere stata sempre irrimediabilmente seconda rispetto alla sorella: la competizione con lei, una volta morta, si tramuta in competizione con i tre figli. Il padre non li segue a casa di zia Armida e della nonna, nelle Marche, per avviare una nuova officina a Bari. In un primo momento zia Armida sembra puntare a sposarsi con lui, ma capisce ben presto che l’uomo, certo che nessuna sarebbe mai stata all’altezza della sua Marilena, preferisce cercare di anestetizzare il suo dolore passando da una storia all’altra. E Armida, dal canto suo, si abbandona all’amore con Altero, sposato e con la fama di libertino impenitente. E intanto Lei vive un’adolescenza confusa, con la guerra che incombe, l’abbandono prematuro della scuola, l’amicizia con Liliana, contrastata da zia Armida. Fino all’incontro con Furio, che l’attrae da subito, irrimediabilmente, per un misto di spavalderia e prepotenza, che celano però un’evidente insicurezza. Grazie a lui, sperimenta l’ebbrezza della vera trasgressione e in seguito dell’amore. Di lì alla scoperta di essere rimasta in cinta il passo è breve: il matrimonio e la nascita del piccolo Water danno il via ad una vita di sacrifici e negazione di sè. I tentativi di uscirne risultano inizialmente vani, Lei sembra non avere il coraggio di ricominciare a camminare da sola, nella convinzione che “non si può riprendere in mano la trama sbagliata della propria vita come se fosse un semplice lavoro a maglia”. Sarà la vita stessa a costringerla a rimettersi davvero in gioco, a richiamare un’anima “rimasta senza identità, imbrigliata al guinzaglio degli altri”...