Corpo di mafia. Il conflitto italiano

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Giovanni Impastato
Corpo di mafia. Il conflitto italiano

Sono passati oltre trent’anni dalla morte di Peppino Impastato, simbolo di una coscienza civile forte che non ha temuto di levare la voce contro l’illegalità nella sua terra: la Sicilia. Tragicamente Impastato è anche il simbolo di come le voci vengano spente nei corpi. Corpi che segnano
i capitoli di una “guerra” che dura da decenni e ha tra le più drammatiche conseguenze la divisione di un Paese
tra chi può liberamente aspirare a un futuro di libertà e realizzazione e chi no perché non ne esistono le condizioni
di sicurezza e legalità. In questa battaglia sono impegnati enti e istituzioni dello Stato e anche molte, moltissime persone comuni. Giovanni Impastato ha raccolto l’eredità del fratello come impegno quotidiano contro la criminalità, ci racconta la Sicilia e il conflitto italiano per eccellenza: quello che vede protagonista la mafia.

Giovanni Impastato da trentacinque anni si e` assunto il compito di difendere la memoria del fratello Peppino, ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978, ereditandone assieme alla madre Felicia, scomparsa nel 2004, e agli amici piu` cari, l’impegno di lotta contro il potere della criminalita` organizzata e le sue implicazioni, affrancandosi dalle proprie radici legate a una famiglia di origine mafiosa. Ha denunciato con coraggio quanto e` accaduto a Peppino, riabilitandone la memoria e ottenendo giustizia. Oggi continua il suo impegno di testimonianza diretta per sensibilizzare le nuove generazioni portando il fratello e la madre a esempi di vite spese per il rinnovamento della società attraverso un impegno di denuncia e di lotta alla mafia.

Modera l’incontro Pierangelo Giovanetti


organizzazione: Ass. cult. Incontri Internazionali di Rovereto