Cortometraggi ispirati al cinema muto
Cineforum Trento 2004/2005
Rivisitiamo la storia del cinema con musica dal vivo e con riproposte restaurate
Autori vari Italia 2004
Il grande assalto al treno
di Edwin Porter
Musica di Emilio Galante, rielaborazione di Fabrizio Varesco
Il primo piano di Barnes, il capo dei banditi, che spara sul pubblico nel film dei 1903 "The Great Train Robbery" di Edwin S. Porter è la prima immagine culto della storia dei cinema.
A distanza di 100 anni la sintesi e la bellezza dei breve film di Porter, 10 minuti circa, è ancora intatta.
L'elaborazione compiuta sul film di Porter è una ricerca all'interno di un'immagine ricca di spunti formali e narrativi. I folgoranti bagliori dei colore che esplode improvvisamente sul bianco e nero sono stati esaltati dalla tecnica digitale, l'inserimento della sceneggiatura originale come un prezioso documento ritrovato ha la stessa rilevanza delle immagini, l'esaltazione di alcune scene con il ralenty consentono di apprezzare la genialità dei montaggio di Porter. Lo stesso primo dei bandito che spara sul pubblico all'inizio dei film lo ritroviamo alla fine come se il film dovesse ripetersi all'infinito.
"The Great Train Robbery" è il primo film western ed ebbe un enorme successo di pubblico e questo in qualche modo assicurò un futuro al cinema.
L'uomo con la macchina da presa
di Tziga Vertov
Musica di Carlo Galante, montaggio e colori di Giorgio Longo
"Respingendo tutto ciò che, a suo parere, sapeva di artificio derivato dal teatro (studio, attori, scenari, regia), rifiutando qualsiasi ricostruzione davanti alla macchina da presa, nel 1922 Dziga Vertov fondò il kino-glaz (cine-occhio). Questa scuola si proponeva di cogliere la realtà dal vivo, ritornando così ai principi dei fratelli Lumiere. Il regista, annullandosi dietro l'obiettività assoluta della macchina da presa, filmava una quantità di documenti in base a un tema vago che serviva da filo conduttore. L'arte consisteva nel collegare le riprese, nell'ordinarIe e nel montarle. Il significato scaturiva dal senso che acquistavano i fatti messi in questo modo in relazione tra loro.
Un po' come il poeta che, invece di costruire le rime e la prosodia in ragione di un tema scelto, esprimesse delle idee e delle emozioni con l'aiuto delle rime che gli vengono in
mente. In poesia ciò accade spesso, pur- troppo non si trattano le immagini come le parole, perché se le parole vengono in mente con facilità le immagini non appaiono per il solo fatto di sollecitarle. Bisogna quindi accostare dei fatti autentici servendosi di documenti tratti da film d'attualità. Si esprime un'idea che esiste in virtù di questo rapporto e che riesce a far dire alle immagini una cosa dei tutto diversa da quello che testimoniavano in origine. È l'arte di fare dei falso coi vero.
L'opera principale di Dziga Vertovfu "l'uomo con la macchina da presa", un documentario girato nel 1924 e da cui ho tratto i fotogrammi che appaiono nel video in bianco e nero. Ma utilizzando la sua stessa teoria ho creato tramite computer delle variazioni colorate alle sue immagini che riportano il suo discorso di cogliere la realtà sul vivo ad una immagine artefatta quasi pittorica e non più fotografica. Ho tentato cioè di richiudere il cerchio tramutando il falso fatto coi vero nel vero fatto coi falso".
Lumiére - Il taglio dell'occhio
di Fabrizo Varesco
musiche di Filippo Dei Corno
"Per lanciare il cinematografo il periodo dovrà essere quello di Natale e il luogo sarà i boulevard di Parigi, dove in quel periodo si impiantano i baracconi delle fiere." Così disse Louis Lumière al fratello Auguste.
"Mi trovai di fronte un piccolo schermo e dopo pochi istanti apparve una fotografia immobile di Piace Bellecour di Lione e pensai:
Ci hanno scomodati per delle proiezioni, sono dieci anni che le faccio.
Avevo appena pensato questo quando un cavallo che tirava un carro cominciò a muoversi verso di noi, seguito da altre carrozze e dai passanti: insomma tutta l'animazione di una strada. Lo spettacolo ci lasciò a bocca aperta, stupefatti, senza parole per lo sbalordimento."
George Meliès, 28 dicembre 1895 al Grand Cafè di Parigi.
Stramilano
di Corrado D'Errico, 1929
Stramilano è un'opera anomala nel panorama italiano, straordinario esempio dei legame che ai tempi si creò tra spettacolo popolare e Futurismo. D'Errico, giornalista, collaboratore di Mario Camerini e poi regista di finzione, firma un documento impressionistico, non narrativo, che si allinea con gli affreschi di città tedesche degli anni Venti. La macchina da presa registra la giornata, dall'alba al tramonto, di una Milano vitale e industriosa, soffermandosi sulle sue industrie tessili e sul nascente mercato della moda. L'opera, con sovraimpressioni e contemporaneità delle immagini sullo schermo, adotta lo stile dinamico futurista e, pur focalizzando la propria attenzione sul lavoro, non dimentica mai l'elemento umano. Il titolo è quello di una canzone portata al successo dalla ditta di varietà Za Bum di Mario Mattioli e Luciano Ramo che fece anche da gigante produttivo dei film.
Sonata Islands è un ensemble cameristico nato per suonare la nuova musica italiana. Ha registrato Sciare di Fuoco, un CD di Emilio Galante edito dall'etichetta %i Confini ed oltre" della BMG-Ricordi nel gennaio dei 1999 e presentato al Piccolo Teatro Studio nel giugno dei 1999. Nell'autunno 1998 ha registrato le musiche di Cesare Picco per il balletto La Lupa, inciso su CD Sonzogno. Nel maggio dei 2000 ha inciso per Rugginenti Enigma, Enigma - la musica dei Tarocchi, messo in scena all'Accademia Filarmonica Romana nel luglio dello stesso anno, come pure a Milano, Sondrio, Ivrea e Bologna. Nel 2001 ha messo in scena lo spettacolo Campioni (cd Velut Luna), con musiche scritte da Carlo ed Emilio Galante, Marco Tutino, Armando Franceschini e Nicola Campogrande per alcuni cortometraggi su grandi campioni dello sport e lo ha poi presentato a Milano, Bologna, Trento, Bellinzona, Asolo, e Torino. Dal 2002 Sonata Islands organizza un festival alla Palazzina Liberty di Milano.
organizzazione: Federazione Italiana Cineforum