Dalla seta alla porcellana

Mostra

Dalla seta alla porcellana.
Duemila anni di relazioni tra Europa e Cina

“Dalla seta alla porcellana. Duemila anni di relazioni tra Europa e Cina”, curata dal Centro studi Martino Martini, l'istituto situato presso l'Università degli studi di Trento che sviluppa le relazioni culturali tra Europa e Cina, è la mostra che illustra l’evoluzione dei rapporti tra Oriente e Occidente nel corso dei secoli, attraverso lo studio delle grandi vie di comunicazione terrestri e marittime, dei prodotti che le hanno maggiormente caratterizzate e infine degli scambi economici e culturali che l’esistenza delle vie ha permesso e favorito.
Lo scopo dell’esposizione è quello di far conoscere al pubblico la straordinaria importanza di queste relazioni che hanno avuto un peso determinante nel favorire il progresso generale dell’umanità attraverso il dialogo, lo scambio e il confronto fra civiltà diverse. In particolare, il processo di scoperta ed esplorazione delle vie terrestri e marittime ha comportato la messa a punto di un complesso di tecniche e di strumenti, legati al settore dei trasporti e a quello della localizzazione, vero motore dell’evoluzione scientifico tecnologica che in seguito avrebbe dato vita alla Rivoluzione Industriale.

Il percorso
Tre le vie percorse e sfruttate nell’antichità dai mercanti, e altrettanti i fili conduttori del percorso al museo: la via della seta, la via delle spezie e la via della porcellana. Le prime due, le più antiche e ampiamente sfruttate, per oltre due millenni furono i principali canali di comunicazione tra l’Europa e la Cina, attraverso le steppe dell’Asia centrale e lungo le rotte dell’Oceano indiano. La terza via, esclusivamente marittima, segna una vera e propria svolta nelle relazioni tra Europa e Cina in quanto, per la prima volta nella storia, furono gli occidentali a commissionare specifici prodotti, adatti alle loro esigenze, e non solamente a importarli.
Circa 110 gli oggetti esposti in mostra, tra cui piatti e vasi in porcellana, sculture e suppellettili in bronzo, vestiti e tessuti in seta, strumenti scientifici, astronomici e nautici, matasse di seta grezza, vasi con bozzoli, pettorali e puntali per cappello da mandarino, armi, pipe da oppio, ventagli. Affiancano e spiegano gli oggetti, una serie di pannelli che raccontano la storia dei viaggiatori italiani del Medioevo (Marco Polo e altri), portoghesi (Vasco da Gama e Jorge Alvares, il primo europeo a sbarcare sulle coste della Cina) e della Compagnia Olandese delle Indie Orientali (la più grande società commerciale del mondo tra XVII e XVIII secolo).
Un’ultima sezione è dedicata ai gesuiti e alla loro influenza nel campo degli studi scientifici e astronomici dell’epoca.

La Via della Seta
Tessuto particolarmente apprezzato, la seta è frutto di un sapiente procedimento i cui segreti sono stati custoditi gelosamente dai cinesi per oltre 1000 anni. La seta, commerciata assieme ad altri prodotti (spezie, carta, porcellana, lacche, giade, pietre preziose) percorreva circa 8.000 chilometri per arrivare dall’Oriente fino in Europa, attraverso un percorso terrestre, fluviale e marittimo. Pare che i primi contatti, seppur sporadici, lungo il fascio di carovaniere che attraversavano l’Asia centrale risalissero ad alcuni secoli prima di Cristo.

La Via delle Spezie
La stessa origine del termine “spezie”, dal latino species, rimanda a prodotti particolari, esotici, rari e preziosi. Conosciute già nell’antico Egitto, dove erano utilizzate per l’imbalsamazione dei cadaveri, divennero in età romana il vero motore del commercio internazionale e lo rimasero per tutto il Medioevo, determinando la potenza e la ricchezza delle città marinare italiane. Usate in medicina, profumeria e cucina furono per lungo tempo simbolo di prestigio sociale. Tre erano le spezie più preziose: la noce moscata, il macis e i chiodi di garofano, tutte di provenienza indonesiana che venivano commerciate assieme a zenzero, cannella e pepe. Proprio per il loro valore, la rotta sulla via delle spezie fu particolarmente ambita: la Repubblica di Venezia, poi il Portogallo, poi l’Olanda e infine l’Inghilterra percorsero e gestirono quella via traendone enormi benefici economici.

La Via della Porcellana
Alla fine del Cinquecento, la fabbricazione della porcellana era ancora considerata uno dei grandi misteri della natura non ancora svelati dall’uomo. I primi esemplari, giunti in Occidente verso il 1270, avevano subito attirato gli osservatori per la loro bellezza e raffinatezza. Il desiderio crebbe nel tempo, mano a mano che le classi abbienti cominciavano ad appassionarsi ai prodotti orientali e a bere bevande esotiche come tè, caffè, cioccolata. Nel Cinquecento, dopo l’apertura della via marittima diretta con l’Estremo Oriente da parte dei portoghesi, il flusso di importazione divenne costante e migliaia di pezzi si riversavano a Lisbona ogni anno. La vera svolta avvenne con l’ingresso degli olandesi nei mari orientali che, dopo aver scalzato i portoghesi, instaurarono un nuovo monopolio a loro favore.

La strumentazione scientifica e i gesuiti in Cina
I gesuiti si imposero come autorità scientifiche anzitutto nel campo degli studi astronomici e matematici. A partire dalla fine del XVI secolo, introdussero in Cina molte innovazioni, come il nuovo calendario adottato dal papa Gregorio XIII o nuove metodologie per il calcolo delle eclissi lunari e solari. Scrissero numerose opere di astronomia, diressero l’Ufficio del Calendario (ossia l’Osservatorio Astronomico), fabbricarono strumenti astronomici, realizzarono previsioni di dati per 2.000 anni. I gesuiti diedero inoltre un importante contributo agli scambi culturali tra Oriente e Occidente anche in altri campi dello scibile umano, come l’architettura, la fonetica, la filosofia, la morale e la musica. In 200 anni, i gesuiti compilarono infine oltre 43 opere geografiche e cartografiche, contribuendo a far conoscere il resto del mondo ai cinesi, ai giapponesi, ai coreani e agli altri popoli che usavano la scrittura cinese.


organizzazione: Museo Tridentino di Scienze Naturali - Centro studi Martino Martini