Danza di morte
Stagione di Prosa di Bolzano 2006/2007
La Grande Prosa
Teatro Stabile di Bolzano
Danza di morte
di August Strindberg
traduzione Franco Perrelli
regia Marco Bernardi
scene Gisbert Jaekel
costumi Roberto Banci
suono Franco Maurina
con Paolo Bonacelli, Patrizia Milani, Carlo Simoni
Il capolavoro di Strindberg,
un testo chiave per capire il teatro moderno
Il primo dei due appuntamenti della stagione con uno dei padri del teatro moderno, August Strindberg, è con un testo considerato unicona della drammaturgia del novecento: Danza di morte (o Danza macabra). Il titolo è un chiaro riferimento allarchetipo figurativo medievale e rinascimentale così presente anche nella nostra tradizione, basterebbe pensare al ciclo di affreschi dei Baschenis in Val Rendena o alla cappella di S. Giovanni a Bolzano, ma Strindberg stravolge la citazione storica per raccontarci una storia di inferno coniugale assolutamente moderna, tanto da diventare la matrice di gran parte del teatro del novecento dedicato allanalisi spietata del tema della coppia.
Da Sartre ad Albee, da ONeil a Dürrenmatt, da Bernhard al cinema di Bergman, tutto ha inizio nella tarda estate del 1900, anno a dir poco simbolico, quando il grande scrittore e drammaturgo svedese, eclettico, profondo e anticonformista come sarà qualche decennio più tardi il nostro Pasolini, scrisse Danza di morte. Che oltre ad essere una riflessione sulla morte è soprattutto una riflessione sulla vita, sul matrimonio, sullo scontro titanico tra i sessi, su ateismo e religiosità, con un orizzonte che supera i confini angusti del naturalismo e della rappresentazione emblematica della vita per aprirsi ad una prospettiva fondamentale per lo Strindberg di quei mesi: quella metafisica, mistica, rivolta ad interrogarsi sul senso ultimo della vita e della morte con un presentimento di sublime, circolare rassegnazione.
Due coniugi di mezza età si torturano da venticinque anni nello spazio claustrofobico di una casa borghese. Lui è un proletario che è riuscito a diventare capitano ma non maggiore, un self-made man dimezzato; lei una ex attrice che ha sacrificato alle aspettative di una scalata sociale (che non cè stata) una carriera artistica luminosa (che forse non ci sarebbe stata). Lo strindberghiano inferno coniugale esplode con larrivo di un terzo elemento.
Gli elementi del plot, dunque, sono quelli del più classico dei triangoli: lui, lei, laltro. Ma Strindberg fa deflagrare fin dalle prime battute la dimensione banale del vaudeville pur conservandone frammenti di sarcastica ironia. In questa edizione il regista Marco Bernardi, alle prese per la prima volta con il grande scrittore svedese, ha voluto riunire dopo le prove straordinarie de La brigata dei cacciatori di Bernhard e de La pulce nellorecchio di Feydeau, i tre primi attori dello Stabile: Paolo Bonacelli, Patrizia Milani e Carlo Simoni
Orario cassa: Nuovo Teatro Comunale di Bolzano
da martedì a venerdì dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00, sabato dalle 10.00 alle 13.00
telefono: 0471 30 41 30