Danza la notte

Danza

Trentino InDanza

Maratona di danza contemporanea con intervalli enogastronomici

• ore 21.00
Maktub Noir compagnia di danzatori
Crazy Light Moon
Musiche: Ikue Mori, Nils Okland, Alvanoto
Coreografia di : Pietro Pireddu
Danzatori: Valentina Fruzzetti, Valentina Pezzini, Lisa Baldi, Francesca Akwa Gea, Nicola Falcone, Leonardo Carletti

È un errore di sperimentazione, è una continua contraddizione che permette di capire e non capire la realtà rappresentata. È la ricerca di nuove forme e nuovi spazi, è la possibilità di subire la forza di un'immagine distorta e di esserlo al tempo stesso.
La luce ritaglia spazi e disegna figure di una realtà tangibile ma non oggettiva e influenzata da suggestioni cerebrali.
L’osservatore influenza sempre l’esperimento e l’esperimento influenza sempre l’osservatore.
Durata 25 minuti

intervallo tecnico di 5 minuti

• ore 21.30
Les Petits Pas
La mia Frida
Coreografie Katia Tubini
Video: Katia Tubini, Irene Marchetto
Con Barbarani Agnese, Bettinelli Marianna, Bianchi Martina, Gelio Anna, Wieland Serena, Zanini Valentina, Zanolli Anna, Semenzato Veronica, Marchetto Irene, Paola Privitelli, Vanessi Jessica.
“Piedi, perché ne ho bisogno se ho ali per volare?” (Frida Kahlo).
Nasce da questa frase l’ispirazione per lo spettacolo “La mia Frida”. La realizzazione della messa in scena ha richiesto mesi di ricerche e studi sulla vita, sia artistica che privata, della pittrice messicana (senza tralasciare la passionale relazione con il compagno Diego Rivera).
Si è cercato di dare voce ai momenti più profondi e “nudi” di Frida non solo coreograficamente ma anche tramite la proiezione (su fondale) dei suoi quadri, delle sue foto personali e di alcuni frammenti di vita che la ritraggono.
“La follia non è così lontana. La follia è a due passi. La follia sfiora o possiede quel luogo fragile in cui il dolore diventa totale, sbatte continuamente contro ogni particella di vita, strangola la luce, lega ogni movimento, sconvolge ogni tentativo di salvataggio, si cimenta a seppellire ogni bolla d’aria, si accanisce a smantellare le forze. E tuttavia, sebbene ognuno tenti di fuggire da se stesso come da una prigione che vi rinchiude nel suo odio, esiste nel mondo un grande miracolo: qualsiasi vita è vissuta”. (F. Kahlo).
Omaggio a Frida Kahlo (già visionato dalla Fondazione ufficiale “Frida Kahlo” con sede in Città del Messico; in concorso a DANZ'E' 2010 all’interno del Festival Oriente Occidente, Città di Rovereto)
Durata 20 minuti

Intervallo enogastronomico di 20 minuti circa

• ore 22.10
Adarte – Associazione Danza ARte TEatro
Penelope - canti d'attesa
Interpretazione, Regia e Scrittura Coreografica Paola Vezzosi
Disegno Luci Paolo Magni Areazeronove - Firenze
Allestimento scenico Paola Vezzosi
Produzione ADARTE Associazione Danza ARte Teatro/ VERSILIADANZA/Regione Toscana
Lo spettacolo si snoda intorno a storie di donne in attesa.
L’attesa dinamica incarna un’attitudine e un punto di forza profondamente connaturati all’indole della donna, creatura idonea per natura ad essere artefice e custode del processo di gestazione, attesa produttiva per eccellenza.
Figura letteraria di riferimento è Penelope, donna che vive per anni nel dolore di un’assenza, ma nel progetto di una nuova vita, consapevole di dover trovare in se stessa e nella memoria degli anni passati la forza per difendere il presentimento di una felicità prossima che sa di meritare.
La tela di Penelope, frutto di un’attesa condotta con femminile astuzia, passa da una mano di donna all’altra, trattenendone le memorie e raccontando altre storie.
Storie di donne che, eredi della forza di Penelope, quotidianamente si conquistano il privilegio di coprire con la volontà e l’azione lo spazio che c’è tra un giorno e un altro giorno, fra un anno e l’anno seguente.
Durata 20 minuti

• ore 22.30
Compagnia Arearea
Organon_sull’ingombranza del pensiero
regia e coreografia: Marta Bevilacqua
creato con: Valentina Saggin
in scena: Marta Bevilacqua; Valentina Saggin
elaborazioni sonore: Vittorio Vella
innesti anatomici: Belinda de Vito
luci: Fausto Bonvini
produzione: Arearea © 2011 Udine con il sostegno di: Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Dipartimento dello Spettacolo, Regione Autonoma Friuli Venezia-Giulia
Organon è una storia della filosofia inedita, visionaria e scoordinata, non cronologica ma sincronica. L'urgenza è quella di riabilitare il corpo alla filosofia, di sradicarne attraverso la rappresentazione la predominanza del pensiero astratto, immateriale, peggio ancora accademico. Una filosofia che non si legge e non si spiega ma si guarda: una filosofia che chiede uno sguardo. Lo sguardo di Organon guarda diritto, perchè procede per temi, ma attraverso le curve e le sinusoidi del pensiero.
Il primo passo in Organon è studiare l'ingombranza del pensiero, sconquassare il cervello e riabilitare il corpo, e la sua concretezza, alla sottile materia del pensiero.
Corriamo, come corrono i pensieri, corriamo in uno squarcio di luce,
una linea sottile circondata da un buio pesto. Pesto come i pensieri affastellati.
Ci esercitiamo a sostenere il pensiero.
La materia è molle. L'ingombro notevole.
Durata 20 minuti


organizzazione: Centro Servizi Culturali S. Chiara - Coordinamento Teatrale Trentino - Provincia Autonoma di Trento -Ministero per i Beni e le Attività Culturali