David Riondino

Teatro

Festa dell'Unità sulla Neve

David Riondino è cantante, scrittore, drammaturgo, attore, regista e improvvisatore eccezionale. Celebri sono rimaste le sue apparizioni al Maurizio Costanzo Show dove, interpellato a caldo dal conduttore, era capace di improvvisare su due piedi brevi storielle comiche cantate, accompagnandosi ad una misera chitarra e parodiando i cantautori brasiliani. I suoi versi invece sono apparsi su numerose riviste di controcultura o di satira: dai "cattivi" "Tango", "Il Male" e "Cuore", fino a a testate più prettamente comiche e goliardiche come "Comix". Indimenticati rimangono anche alcuni suoi interventi e collaborazioni con il quotidiano "il manifesto".

Classe 1953, nato in Toscana come buona parte dei comici nostrani, i suoi inizi lo vedono ben lontano dalla carriera di attore. Il suo primo lavoro, infatti, è come bibliotecario, posto che mantiene per almeno dieci anni. Attratto dalla musica, e soprattutto dalla produzione dei cantautori che andavano per la maggiore negli anni '70, comincia a comporre alcune canzoni in proprio fino a pubblicare addirittura qualche disco, fra cui un album intitolato "Boulevard". Negli stessi anni incide "Tango dei Miracoli", uscito solo in edicola con illustrazioni di Milo Manara e tre album per la CGD; nel 1989 escono i suoi "Racconti Picareschi", in cui dà sfoggio delle sue abilità canore e recitative. Due anni dopo incide, per le edizioni musicali Rossodisera, il disco "Non svegliate l'amore". Nel 1994 esce, edito da Sony, il disco "Temporale", seguito l'anno successivo da "Quando vengono le ballerine", per le edizioni musicali EMI. Fra i brani del suo repertorio sono almeno da citare "La canzone dei piedi" e "Ci ho un rapporto".
Intanto, si fa strada prepotentemente anche la vocazione comica, che ha modo di sfruttare e mettere in pratica in uno dei locali più prestigiosi e densi di tradizione in questo campo: lo "Zelig" di Milano. Il suo debutto è del 1975, ossia appena ventiduenne. La sua ansia di ricerca lo porta a rifuggire da tutti i canoni e i cliché decodificati, sia per ciò che riguarda quello che comunemente viene ritenuto il lavoro del comico e dell'intrattenitore, sia per ciò che solitamente viene inteso con l'aggettivo "intellettuale". Come artista sensibile e fuori dagli schemi, insomma, ha sempre rifiutato comode etichettature ma anche pericolosi atteggiamenti da guru.
Malgrado la sua attività sia notevolmente intrisa di ricerca e di connotazioni assai personali, quindi, Riondino non ci sta a spacciarsi per un intellettuale o per un maitrè-a-penser, di quelli oggi così abbondanti nel pittoresco mondo dello spettacolo. Personaggi che spesso e volentieri usurpano di sana pianta quel ruolo, anche a causa di un certo compiacimento dei mezzi di comunicazione di massa. In un'intervista, anzi, Riondino ha così definito l'intellettuale: "una persona fisica, che comunica, che partecipa, che sa trasformare la sua esperienza in qualcosa che serva anche agli altri, che non trasforma il sapere in potere, che ha un'idea sentimentale del comunicare ed è alla ricerca di un nuovo linguaggio". Ed è proprio in quest'ottica che si sviluppa la ricerca dell'attore, con performance che realizzano una commistione tra musica, scrittura e disegno".

Per quanto riguarda la sua carriera teatrale, la sua esperienza risale al 1989 quando, con Paolo Rossi, mette in scena "Chiamatemi Kowalski" e, successivamente, "La commedia da due lire". Nel 1991 interpreta lo spettacolo "Paesaggi dopo la battaglia" e nel 1992 scrive e interpreta insieme a Bob Messini "Seminario sulla verità". Nella stagione teatrale 93/94 è in scena, accanto a Sabina Guzzanti, Paolo Bessegato e Antonio Catania con "O patria mia", diretto da Giuseppe Bertolucci.

Nel 1996 debutta lo spettacolo da lui interpretato e scritto "Solo con un piazzato bianco", un incontro col pubblico assai informale, dove le ballate, i giochi musicali, i ritratti d'altri cantautori si alternano a monologhi, che girano intorno al tema di una canzone, che introducono una improvvisazione. Nel 1997 collabora con l'ensemble musicale "Suono e Oltre" nello spettacolo "Rombi e Milonghe" e dà inizio al proficuo sodalizio con Dario Vergassola in "I Cavalieri del Tornio". "Recital per due", che debutta al Teatro Parioli di Roma nell'aprile del 2001.

La carriera televisiva, invece, prende piede a partire dal 1988. Attraverso l'invenzione di personaggi stralunati e divertentissimi, a metà fra invenzione e autobiografia, colorisce con la sua presenza numerose trasmissioni, divenute in breve, come si usa dire, trasmissioni "cult". Si tratta di invenzioni che raramente troveranno altri esempi capaci di stare al pari quanto invenzione e comicità come "Lupo Solitario", "Fuori Orario", "Va Pensiero", "Aperto per ferie", "L'Araba Fenice". Il personaggio però che lo lancia davvero presso il grande pubblico è, come già ricordato, quello di Joao Mesquinho, il "cantautore brasiliano", stranito ospite dell'istituzionale e convenzionale, sul piano del linguaggio, salotto di Costanzo

Nel 1995 partecipa a Sanremo in coppia con Sabina Guzzanti con la canzone 'Troppo Sole". Nello stesso anno conduce con Daria Bignardi il programma "A tutto volume" su Italia 1, il programma di libri che ha fatto dell'alternanza di ritmi e di linguaggi, della fusione tra diversi piani di comunicazione (narrativo, visivo, musicale) uno dei suoi punti di forza. Ancora nella stagione 95/96 partecipa a "Giostra di fine anno" condotta da Renzo Arbore per Rai International e replicata su Raiuno. Nel 1997 presenta "Gradara Ludens", accompagnato dai grandi nomi dello spettacolo e della cultura italiana come Umberto Eco, Roberto Benigni, Francesco Guccini, Alessandro Bergonzoni e Stefano Bartezzaghi. Dal 1997 fino ad oggi è ospite frequente della trasmissione "Quelli che il Calcio". Nel 1999 fa da spalla a Fabio Fazio nella trasmissione "Ultimo valzer", in onda su Raidue.
Nel 2000 è ospite di vari programmi tra cui "Per un pugno di libri" condotto da Patrizio Roversi e "De Gustibus", entrambe in onda su su Raitre.

David Riondino, ad ogni modo, è stato assai attivo anche in campo cinematografico, in parallelo con le esibizioni effettuate in televisione. Il suo primo film, "Kamikazen" lo vede protagonista con l'inseparabile Paolo Rossi, lo stesso compagno delle avventure teatrali. Poco dopo veste i panni di un conte settecentesco in "Cavalli si nasce" esordio cinematografico del disegnatore Sergio Staino. Nel 1991 è coprotagonista, accanto a Giulio Brogi ed Ivano Marescotti, del film "La Cattedra", nato da un suo soggetto, per la regia di Michele Sordillo.
Nel 1996 esordisce come regista col film "Cuba Libre (Velocipedi ai Tropici)" che ha tra i suoi interpreti Sabina Guzzanti, Adolfo Margiotta e Antonio Catania. Nello stesso anno partecipa al film "Ilona arriva con la pioggia".
Tratto da biografieonline.it