De profundis

Musica

Luoghi suoni parole

i canti processionali nella liturgia delle esequie

Autore ignoto / gregoriano De profundis
Musch / gregoriano Miserere
Musch / gregoriano Subvenite
L. Perosi Requiem e Kyrie
Musch / gregoriano Responsori
Moreno / gregoriano Sequentia
P. da Palestrina Pie Jesu
L. Perosi Libera me Domine
Eppink In Paradisum

CORO SANTA LUCIA DI MAGRAS
direttore: Fausto Ceschi
organista: Simone Vebber
voci recitanti ELENA GALVANI e JACOPO LAURINO

I riti funebri, quantomeno in ambito cristiano .. e cattolico, fino a pochi decenni orsono, si svolgevano secondo un modulo e con un riferimento a testi liturgici, di cui i canti in programma facevano parte integrante, cristallizzati da secoli intorno a un universo simbolico che sembrava immutabile. Fino a quando cioè, prima del concilio ecumenico Vaticano II, l'escatologia era un capitolo della teologia dogmatica caratterizzato da connotati antropomorfi, la funzione precipua del funerale era quella di accompagnare il defunto attraverso il passaggio impegnativo dalla vita terrena alla vita ultraterrena. Passaggio che il catechismo codificava nei cosiddetti "quattro novissimi" (le quattro realtà/avvenimenti ultimi): la morte, il giudizio, l'inferno e il paradiso. Questo universo simbolico/rituale si trova mirabilmente sintetizzato nella sequenza musicale-liturgica del "Dies irae" ("Giorno dell'ira"), sulla quale tutta la liturgia dei defunti era da secoli imperniata e che riguardava ogni singola persona che veniva a morte, pur conservando sullo sfondo il riferimento al conclusivo apocalittico "giudizio universale" della fine del mondo. Anche se la liturgia allora parlava latino, si riteneva evidentemente che l'universo simbolico ivi sviluppato e cristallizzato - quasi a dare l'idea della fissità immutabile e irreversibile della sentenza - fosse sufficientemente noto e comprensibile da non aver bisogno di commenti né di chiose: parlava da sé (ai funerali allora non era prevista la predica). I canti di accompagnamento liturgici e processionali: dal miserere al de profundis al libera me Domine de morte aeterna in die illa tremenda ("Liberami Signore dalla morte eterna in quel giorno tremendo") dell'assoluzione al
feretro fino all'in paradisum s'inseriscono tutti in questo schema di universo simbolico di cui musicalmente andiamo a far memoria (memoriam facere).
Pier Giorgio Rauzi

Accanto all'antica chiesa quattrocentesca sul colle di santa Lucia, fuori dell'abitato, e ora dedicata alla Madonna, nel 1850 la comunità di Castello di Fiemme ha edificato la nuova chiesa, la cui architettura risponde ai canoni estetici del tempo. La dedica a san Giorgio martire esprime una interessante sottolineatura del sacrificio rispetto alla tradizione medievale del cavaliere armato che trafigge il drago. Lo spazio circostante, libero, la rende adatta al recupero di un momento liturgico come il rito funebre, che comprende un momento processionale nel sagrato.

CORO SANTA LUCIA
le voci sacre del Cecilianesimo
Magras (Malè)
Tra i repertori meno conosciuti e meno frequentati dagli appassionati di musica, vi è un contesto - straordinariamente colto e, al tempo stesso, profondamente popolare - radicato nella memoria storica collettiva e nella sua tradizione più ancestrale e 'magica', al suo rapporto con il sacro, con il divino. È una zona emozionale che, nel corso del tempo ha saputo connettere e lambire tutte le eccellenze dell'antica arte del canto corale del "Cecilianesimo" che, con le sue voci sacre, rappresenta una straordinaria miscela di emozioni, definite con rara precisione dall'incrocio di più coordinate: il canto corale appunto, le profondità gregoriane, la perfetta intesa con l'organo, la dedizione assoluta del testo alla liturgia. Tutto questo è la particolare ed unica esperienza del "Cecilianesimo" che, sorto in Germania, ha saputo radicarsi nella regione trentina dove, negli anni che vanno dal 1880 al 1960, grazie ad un proficuo apostolato di religiosi, esperti musicisti, ha attecchito straordinariamente diventandone un fondamentale tratto d'identità e di tradizione locale, intensamente popolare.
Il Coro Santa Lucia è nato nel 1990 a Magras, piccola frazione del Comune di Malé, in Val di Sole. Nel corso degli anni ha avviato un importante progetto di ricerca, catalogazione ed archiviazione del patrimonio musicale dimenticato nelle sacrestie delle chiese della valle dopo la riforma liturgica del Concilio Vaticano Il.
Il repertorio è costituito quasi esclusivamente da brani polifonici in lingua latina per voci virili, spesso accompagnati dall' organo, che abbracciano l'intero anno liturgico con brani processionali, mariani, natalizi, pasquali, pentecostali, esequiali, messe, vespri ed inni. Ha al suo attivo numerose esibizioni concertistiche in Italia e all'estero. Nel 2003 ha pubblicato l'audiolibro dal titolo "Le voci sacre del Cecilianesimo".
Direttore: Fausto Ceschi
Organista: Simone Vebber


organizzazione: Federazione Cori del Trentino