Deboli e storti
Quinto Teatro
Teatri di Carta
Deboli e storti
Con Andreina Bori, Martina Turio, Miriam Sech, Giorgio Dal Corso, Sandro Andreato
scrittura scenica Cinzia Zanellato e Mirko Artuso
allestimento e regia Mirko Artuso
immagini video Raffaella Rivi
assistente di scena Cinzia Rupp
produzione MIRKO ARTUSO - TAM TEATRO MUSICA
Io mi chiamo pentito. Quando si compra una casa non è come comprare un vestito. La mia infanzia è un colabrodo.
La debolezza è una cosa di mezzo; io sono nata debole.
La debolezza fisica, per esempio alzare un peso, oppure mentale che sarebbe come dire: debole di mente.
Raccogliere i sassi è come ritornare sui propri passi. I sassi sono come la memoria e tornando indietro li raccogli.
Paura di farsi male.
Cerco, come tutti credo, qualcuno che mi accompagni in modo lieve alla morte. A quel momento intenso che spegne il respiro e con lui il cuore. Senza la pompamagna del finale, semplicemente che i tamburi tacciano, insieme. Non so se si prova qualche emozione particolare in quel momento, credo ci si senta più leggeri. Ecco, leggerezza, deve essere questa la sensazione. Mi trasfiguro per non rassegnarmi, questo faccio a teatro.
È un'improvvisazione jazz, suoni liberi, parole sghembe e pronunciate peggio. È un progetto letto al contrario, una carta geografica orientata male. Una lunga passeggiata con le scarpe piene di sassi che non si ha il coraggio di togliere e si patisce il dolore in silenzio.
Un momento in cui incontrare Sandro che non smette mai di parlare a voce alta di se e delle sue idee e che per questo mi incanta. Giorgio che quando deve chiedermi qualcosa come: quale sarà il prossimo spettacolo? Mi chiede: Mirko... che teatro faremo? Per lui, credo, fare teatro è qualcosa di molto simile a costruire le mura di un edificio (il mio pensiero di drammaturgia è qualcosa di simile). Andreina che è già stata la figlia di Prospero, Gelsomina, se stessa e il primo giorno di primavera senza smettere mai di essere Andreina. Martina che è lenta quanto basta per dire ed essere potente e antica. Miriam che nelle giornate di pioggia porta al pascolo gli ombrelli.
Si può incontrare la qualità del loro sguardo.
È uno sguardo lieve, animale, sulle stupidità dell'uomo e del suo mondo. Lo sguardo che appartiene a queste persone che hanno soltanto il bisogno di comunicare la propria identità per sentirne la presenza nel mondo.
La compagnia denominata Teatri di Carta per la particolare fragilità dei suoi attori, si è riunita nel 2001 dopo diversi anni di attività laboratoriali e incontri importanti con attori e registi del panorama nazionale. Teatri di Carta è uno dei modi possibili per farsi chiamare, non una ragione sociale, questa l'abbiamo sempre chiesta in prestito, è sempre stato il nostro scambio e il nostro modo di ringraziare per l'ospitalità. Con Moby Dick Teatri della Riviera prima, poi con La Piccionaia i Carrara Teatro Stabile d'Innovazione e oggi con Tam Teatro Musica. Negli anni i nostri spettacoli sono stati rappresentati nelle stagioni teatrali ufficiali o dedicate al teatro e disagio.
Con lo spettacolo Deboli e Storti la compagnia continua un percorso di scrittura scenica che alterna improvvisazione a rigore interpretativo, libera interpretazione degli eventi umani e senso profondo della parola.
organizzazione: Compagnia Arditodesio Ex Teatro di Bambs