Di volo e d'acqua. L'ITC per i suoi Soci

Mostra

Non è usuale che un istituto di ricerca organizzi mostre d'arte: ma ci sono circostanze nella vita delle persone e degli enti che vanno sottolineate e sulle quali è opportuno fermarsi a riflettere. L'ITC, nel suo quasi mezzo secolo di vita, è stato accompagnato dai suoi Soci che costituiscono, nel loro insieme, una rappresentanza del territorio trentino straordinaria e qualificata. Questo per l'Istituto ha rappresentato e rappresenta un valore essenziale.
Proprio nel momento in cui il legislatore provinciale ha indicato la strada di un'evoluzione del sistema della ricerca, che prevede il passaggio istituzionale dell'ITC alla veste giuridica della Fondazione Bruno Kessler sentiamo di dover dire un grazie di cuore ai Soci che ci hanno sin qui accompagnato e, al contempo, di prendere nei loro confronti e nel quadro delle possibilità che ci sono proprie, un impegno. Esso consiste nella volontà che i Soci dell'ITC trovino posto e collocazione adeguata dentro il nuovo Statuto della Fondazione e nella vita nuova che da esso prenderà le mosse. E non solo per un attaccamento affettivo, ma nella convinzione profonda che se tutto il sistema territoriale non sarà attento e partecipe degli sviluppi della ricerca e delle sue finalizzazioni rischieremo di costruire una cattedrale nel deserto. Ogni momento importante e di riflessione profonda ha dunque bisogno di un suo rito. Ci è parso quindi opportuno offrire ai nostri Soci quello che potevamo: e cioè una valorizzazione delle loro collezioni d'arte sconosciute al grande pubblico, accorpate secondo un criterio originale e irripetibile che segue, concettualmente, l'ordine dei saperi che hanno segnato lo sviluppo dell'ITC. Le valenze della sua storia, indagate dal Centro per gli Studi Storici Italo Germanici, primo tra i nostri Centri; la sensibilità che questa terra da sempre mostra verso il Sacro e che, trova nel Centro per le Scienze Religiose un presidio scientifico irrinunciabile; il lavoro dell'uomo, infine, che pur essendo minimo comun denominatore per tutte le attività dell'Istituto apre al futuro accogliendo la sfida che le tecnoscienze pongono all'uomo di oggi e ancor più, all'uomo di domani. E una delle cifre nascoste di questa mostra vuole essere quella proposta da una lettura estetica che le applicazioni tecnologiche sono in grado di disvelare, potendo ambire, di stare nello stesso luogo fisico accanto ad un'opera di Depero piuttosto che ad una figura di Umberto Moggioli. È ciò che, in fondo, avevano intuito, per via politica Bruno Kessler, e, con il genio dell'artista, Riccardo Schweizer alle origini di un'impresa culturale e scientifica che continua ad essere nostra. Questa avventura è iniziata perché il Trentino l'ha voluta, con tutta la sua vocazione territoriale riassunta dal percorso qui simboleggiato dal fiume e darla valle che ha scavato, con l'acutezza e la tenacia rappresentate da quel volo d'aquila che sorvola le montagne e che ben ha fatto Paolo Tait a porre come sigillo di appartenenza ideale dell'Istituto Trentino di Cultura ieri e della Fondazione Bruno Kessler oggi. Questo orizzonte di valori che abbiamo dinanzi agli occhi lo offriamo prima di tutto ai Soci ai quali va la nostra riconoscenza: ma lo poniamo anche, con forza, all'attenzione dei cittadini dicendo loro che questo patrimonio vogliamo condividere con le generazioni che verranno, giacché il cammino che sta dinanzi a noi è ancora lungo e copioso, speriamo, di buoni frutti. Ma abbiamo al contempo coscienza che questo cammino, sul quale oggi ci fermiamo a riflettere, viene di lontano e racchiude in sé le speranze di una terra.

Il Presidente dell'Istituto Trentino di Cultura
Prof. Andrea Zanotti

IL PROGETTO ESPOSITIVO
Il progetto espositivo è costruito sull'idea di raccontare le grandi scansioni dell'Istituto Trentina di Cultura, declinandole nella loro accezione essenziale e di utilizzare, a mezzo e strumento, oggetti e soggetti artistici di esclusiva proprietà dei Soci.
Attraverso il linguaggio simbolico ed emozionante delle forme dell'arte, il Centro per le Scienze Religiose è descritto nei sentimenti del sacro, le ricerche del Centro per gli Studi Storici Italo Germanici sono indicate da storie di confini e confronti mentre le tecnoscienze sono affidate ad immagini del lavoro dell'uomo. E come la condivisione e collaborazione dei Soci ha costruito il patrimonio dell'ITC, patrimonio fatto di conoscenze, competenze e tecnologie, così raccolte artistiche degli stessi Soci costruiscono questo sintetico e simbolico racconto.
L'indice della mostra è rappresentato dal bozzetto del grande affresco che Riccardo Schweizer ha dipinto sulle mura della sede di Via S. Croce nel 1986; il titolo "Di Volo e d'Acqua" è condiviso con l'opera "Volo" che Paolo Tait ha realizzato per l'ITC, interpretando l'aquila che campeggia nella bandiera del Trentino e che ha costituito l'immagine identificativa del quarantennale della fondazione ITC del 2002.
La scelta delle opere ha seguito alcuni criteri: l'appartenenza al patrimonio dei Soci, la trentinità degli Artisti e, tra loro, una preferenza a quelli che hanno saputo creare, come l'ITC, un anello di congiunzione con il mondo, studiando, insegnando, esponendo in altre regioni italiane e internazionali. Ma la realtà dell'Istituto e la sua missione non si limitano alle azioni di raccolta e conservazione; vanno a cercare soluzioni innovative, risposte ai quesiti della cultura umanistica e delle necessità dell'economia, per fondare un sempre nuovo senso della speranza. Il racconto corre perciò sotto il cielo percorso dall'alto volo dell'aquila ad indicare come la capacità di guardare lontano, diventa, quando è accompagnata dalla luce della conoscenza, la guida di senso alla direzione di marcia. A terra il percorso nell'esposizione ricorda il fluire di un fiume e lo scorrere di quelle acque che hanno scavato le nostre montagne, disegnato il territorio e condizionato, come sempre fa la geografia, il divenire della storia. Il fiume e il sovrastante volo dell'aquila legano, come un filo di Arianna, due opere di nuova espressività artistica, affidate al linguaggio delle video installazioni. All'entrata l'immagine di Torre dell'Aquila del Castello del Buonconsiglio introduce il visitatore nel cuore della stona del Trentino e con un gioco di riflessi, induce il suo sguardo a uno spiraglio con la forma di feritoia, all'interno del quale rivive il Medioevo Tridentino del Ciclo dei mesi, armonioso intreccio tra le stagioni della natura, i ritmi del lavoro dell'uomo e le abitudini cavalleresche. Luciano Olzer ha interpretato le immagini che un gruppo di ricerca di ITC-irst ha costruito con tecnica tridimensionale, portando al visitatore della mostra il contributo della sorpresa e, al mosaico della narrazione, una tessera che prefigura nel presente il futuro. Spesso infatti le nuove tecnologie hanno nel loro affacciarsi alla fattibilità il sapore del magico, ma poi inevitabilmente lo perdono quando, l'abitudine all'uso quotidiano, le apparenta quasi ad elementi della natura. Chiude il percorso un'anteprima dei nostri Ricercatori: una visita virtuale nell'ambiente raffigurato su una tela. Il visitatore potrà cogliere aspetti inediti dell'opera originale e vederne affiancate immagini e volumi, tra tempo e spazio, a quelli della realtà che ispirò il pittore.


organizzazione: ITC Istituto Trentino di Cultura