Dibattito con Raniero La Valle e fabio Pipinato

Convegno

comunicato 21/11/2003
Giovanna Botteri e Lorenzo Cremonesi non potranno essere presenti

Dibattito con Raniero La Valle e inviati/testimonial di guerra Giovanna Botteri (RAI) e Lorenzo Cremonesi (Corriere della Sera)
Interviene Fabio Pipinato (Volontario Internazionale)

Quello di Raniero La Valle e Giovanna Botteri é un importante ritorno. Entrambi avevano contribuito, nel novembre dello scorso anno a Trento, al lancio del progetto Montagne di pace: il primo in veste di relatore al convegno sul tema "I mass media fra guerre e pace" (con il quale l'Ordine regionale dei giornalisti aveva significativamente celebrato il suo trentennale) e Giovanna Botteri con la sua testimonianza sull'Afghanistan pubblicata insieme ad altre nove nelle "Dieci speranze di pace per dieci montagne in guerra" presentate il 15 novembre al Teatro Sociale (nella serata Rai condotta da Alberto Tafner, regia di Giorgio Balducci). Ai loro contributi si aggiunge quest'anno, nella conferenza dibattito del 21 novembre, quello altrettanto significativo del giornalista e scrittore Lorenzo Cremonesi.

Raniero La Valle Giornalista fin da giovanissimo, dal 1961 al 1967 ha diretto "L'Avvenire d'Italia" ed ha proseguito poi l'attività producendo fra l'altro per la Rai documentari televisivi ed inchieste negli Usa, in America Latina, Europa e Asia. Divenuto parlamentare della Sinistra indipendente nel 1976, ha lavorato nelle Commissioni Esteri e Difesa delle due Camere fino al 1992, continuando ad affiancare all'attività istituzionale quella di giornalista e scrittore impegnato per la pace e per i popoli oppressi. Nel 1997 ha fondato con alcuni amici la rivista "Bozze" e dallo scorso anno coordina "Vasti", una scuola di ricerca e critica delle antropologie, mentre il suo impegno di riflessione e proposta per la pace continua con la partecipazione ad incontri e collaborazioni giornalistiche. Fra i documenti più appassionati delle sue campagne a favore dei popoli oppressi, si ricordano opere come "Dalla parte di Abele" (1971), "Fuori dal campo" (1978), "Dossier Vietnam-Cambogia" (1981), "Marianella e i suoi fratelli" (insieme a Linda Bimbi, 1983), "Pacem in terris, l'enciclica della liberazione" (1987).

Giovanna Botteri Il suo volto ha fatto il giro del mondo, quando da Baghdad ha dato per prima la notizia e le immagini in diretta delle bombe sui palazzi di Saddam e quando ha mostrato l'ingresso nella capitale iraqena del primo carro armato Usa. Un volto tirato, senza trucco "perchè - come ha spiegato semplicemente a Silvia Garambois che l'ha intervistata per la rivista dell'Ordine dei giornalisti - non c'era la luce per truccarmi per le dirette, né l'acqua: ero come ero". E questa é – appunto – Giovanna Botteri: una professionista che é entrata a pieno titolo nell'olimpo del giornalismo italiano senza montarsi la testa, con la semplicità di chi non bada alle apparenze ma alla sostanza delle cose, forse complici le origini montanare (dalla Val Rendena la famiglia paterna e quella materna dal Montenegro e dalla Stiria) e la formazione "mitteleuropea" acquisita nella sua città natale, Trieste, e a Parigi. Ma alla base c'é sicuramente la sua sensibilità di donna e di madre che si é trovata a seguire le guerre amando la pace, come lei stessa tiene a sottolineare. E di guerre ne ha seguite molte, da quando il Tg3 la inviò per la prima volta in Slovenia: dal 1990-91 é stata inviata Rai ovunque, dai Balcani all'Albania, Macedonia, Kosovo, Rwanda, Algeria, Iran, Sud Africa, Medio Oriente, Pakistan, Afghanistan e poi a Baghdad, non solo a raccontare di bombe e carri armati ma anche a condividere le paure e le sofferenze della gente.

Lorenzo Cremonesi Da oltre venticinque anni segue le vicende del Medio Oriente e dal 1984 é collaboratore e corrispondente del Corriere della Sera da Gerusalemme, ma dal 1991 si é recato spesso in Iraq e dall'autunno 2002 al maggio 2003 vi ha soggiornato: di qui il suo ultimo libro, "Bagdad Café - Interni di una guerra" (Feltrinelli Serie Bianca), che racconta in 75 articoli, in buona parte apparsi sul "Corriere", la vita quotidiana da prima a dopo il conflitto. E sarà appunto questa la testimonianza con la quale Cremonesi arricchirà la conferenza-dibattito del 21 novembre a Trento: il racconto "oltre la cronaca", di piccole e grandi storie raccolte nei bar e per le strade, chiacchierando con la gente prima dello scoppio della guerra, fra le voci del dissenso e della critica a Saddam appena sussurrate per paura della censura, della polizia, del carcere, della tortura; e poi l'attacco americano a Bagdad visto soprattutto dalla parte della gente comune ma anche nell'"interno familiare" di personaggi come Tarek Aziz e fra i marines dopo la caduta del regime. Ma la testimonianza di Cremonesi sarà preziosa anche sugli "interni" di un'altra guerra infinita, quella da lui vissuta e raccontata in tanti anni di corrispondenza da Gerusalemme.


organizzazione: Comune di Trento - Comune di Rovereto - Ordine dei Giornalisti - Comunità di Lavoro Città delle Alpi - Osservatorio sui Balcani - Forum della Pace - Fondazione Campana dei Caduti - Università Internazionale delle Istituzioni dei Popoli per la Pace