Disegno contemporaneo. Dalla matita al pennarello
Già nel corso del Cinquecento vengono esaminate alcune fasi dell'operazione artistica del disegno che così si possono distinguere. Schizzo: "Quelli che sono tocchi leggermente ed appena accennati con la penna o altro". Profilo: "Che hanno le prime linee intorno (servono per pittura, scultura, ma specialmente per il disegno architettonico)". Disegno finito o preparatorio: "In cui si deve tener conto oltre che dei "contorni", della luce (1umeggiature), della profondità (prospettiva) dei colori, (ritocchi ad acquerello, carte tinte, ecc.)". Cartone: "Eseguito nelle identiche dimensioni dell'opera che si vuol realizzare e definito in ogni particolare, comprese le indicazioni dei colori".
Con il Vasari (Le vite, 1, Della pittura) il disegno diventa "padre delle tre arti nostre, architettura, scultura e pittura, procedendo dall'intelletto, causa di molte cose un giudizio universale, simile a una forma ovvero idea di tutte le cose della natura, la quale è singolarissima, nelle sue misure".
Nel Seicento e Settecento la concezione fiorentina della preminenza del disegno viene ripresa dalla corrente classicista della pittura.
Nell'Ottocento non si ricorre più a definizioni teoriche sul disegno, mentre si accentua l'aspetto critico-filologico che si preoccupa della lettura, studio e classificazione dei disegni.
Solo nelle varie accademie si continua a considerare il disegno, secondo la tradizione, come fondamento delle "Arti".
Nel Novecento è stata riconosciuta l'importanza dei disegni per la valutazione globale della personalità dell'artista, sia in rapporto alle opere realizzate in altre tecniche, sia come autonomo e talvolta più significativo e qualificante mezzo espressivo.
organizzazione: Casa degli Artisti Giacomo Vittone - Comuni di Tenno, Riva, Arco, Nago-Torbole - collaborazione APT Garda Trentino e Cassa Rurale di Arco