Domani / Tomorrow

Proiezione del documentario di Mélanie Laurent e Cyril Dion

Cinema

Francia, 2015, 118 min
César Awards 2016

 

 

Dopo aver letto un report pubblicato da un gruppo di scienziati sulla rivista Nature nel 2012, che ribadiva la necessità di correre ai ripari, perché il nostro pianeta non può sostenere ancora a lungo l'attuale ritmo di sfruttamento delle sue risorse, e le conseguenze ambientali minacciano niente meno che l'estinzione della specie umana per come la conosciamo, Cyril Dion e Mélanie Laurent hanno deciso di intraprendere un viaggio in cerca delle possibili soluzioni.
Domani è dunque un documentario on the road, che attraversa parte dell'Europa e degli Stati Uniti e approda fino in India e all'isola della Réunion, alla ricerca degli esempi virtuosi in cinque campi, che indicizzano il film in capitoli, e sono l'agricoltura, l'energia, l'economia, la democrazia e l'istruzione. Trattandosi di gente di cinema, alle prese con i primi figli e le prime enormi inquietudini sul (loro) futuro, Dion, Laurent e compagni, sanno evitare la trappola del didascalismo, lavorando sulla musica e sulle immagini, ma non fanno sconti sul livello di complessità dei discorsi in campo, pena la conversione del documentario esplorativo in un manifesto umanista ed ecologista, senza piedi per terra. Al contrario, il film è così denso che, per facilitarne la visione e la comprensione al pubblico giovane che più la meriterebbe, andrebbe preso a piccolo dosi, un capitolo alla settimana.
La volontà è chiara: è quella di lasciare ai disaster movie il conto dei danni possibili ed eventuali, limitandosi a darli come probabilissimi nel corso di un breve preambolo, terrorizzante quanto basta, per andare ad illuminare con la torcia quei pochi luoghi del mondo in cui si produce cibo riparando la natura anziché distruggendola, si abbattono le emissioni sfruttando le energie rinnovabili e rifiutando non solo il petrolio ma anche il fossile e il nucleare, si creano catene produttive in cui i rifiuti non riciclabili sono inesistenti, si rimette in moto l'economia del luogo, si agisce per democrazia diretta, talvolta aggirando la legge degli uomini per rispondere a quella della natura, si (re)insegna ai bambini, a risolvere i conflitti, a sentirsi responsabili verso gli altri e l'ambiente, a uscire dalla logica di un consumismo che porta solo problemi e disuguaglianze.
Sono gocce nel deserto, è vero, esempi dell'ordine della comunità più che della grande società, ma il film dice appunto che il deserto è alle porte e tergiversare, pensare a corto raggio, è un modo di agire che va sempre più verso il criminale. Poiché la conoscenza delle possibilità, specie in queste materie, è il primo fattore necessario, ben venga la circolazione di Domani e, per una volta, sì, il dibattito sì.