Don Camillo e il sindaco Peppone

Teatro

da Giovannino Guareschi
elaborazione di Francesco Freyrie
produzione Nuova Scena, Arena del Sole, Teatro Stabile di Bologna
Regia di Lorenzo Salveti
Con Ivano Merescotti, Vito e Umberto Bortolani, Alessandra Frabetti, Bartolomeo Giusti, Marcello Foschini, Andrea Lupo, Luigi Monfredini, Carolina Di Monte

Zavattini scriveva che per immaginarsi la pianura basta tracciare con una penna una riga su un foglio. Diceva anche che le biciclette, nelle terre del Po, seguono gli uomini come cani fedeli, sempre in viaggio per chissà dove, visto che qui la nebbia cancella spesso contorni e confini meglio di una gomma. Sotto la superficie di questo oceano lento, apparentemente immobile, si consuma la battaglia furibonda descritta da Giovannino Guareschi, una tempesta delle anime, combattuta a colpi di lingue taglienti, ragionamenti franchi, cervelli contadini che la pratica del vivere ha appuntito come spiedi. La pianura di Guareschi è un ciclo cavalleresco, è lo scontro tra il bene e il male, dove il male è tinto di bene e il bene alla lunga stufa e va innaffiato a salsicce e lambrusco. E poi ci sono ruoli storici, la Chiesa e la Sinistra, ovvero Cristiani e Infedeli, che qui non spargono sangue ma quintalate di cibo, nei matrimoni come nelle feste del Partito.
Quello di Camillo e Peppone è un poema epico minimale, combattuto in intimità tra le mura di una sagrestia o all’ombra di una bandiera rossa, dove tutti prendono democratica-mente la parola, anche i crocefissi, un ribollire di sentimenti che è forse l’unica vera causa dell’afa che affligge la terra d’Emilia


organizzazione: Comune di Rovereto Assessorato alla Cultura