Don Giovanni

Una compagnia di attori in un dopoguerra italiano alle prese con una seduta spiritica per decidere della propria sorte. Lo spirito di un capocomico temuto ed odiato. I vizi privati e le pubbliche virtù di primi attori e generici, di madri nobili e giovani "d'avanguardia", si scontrano con la grande metafora dell'invito a cena del commendatore. Si, perché lo spirito del capocomico scomparso imporrà a tutti loro, lì nel cimitero, di mettere in scena il Don Giovanni di Molière, con le quattro cose che si sono portati dietro, tra lapidi e tombe di famiglia. E come se non bastasse lo spirito, forse un po' troppo derisorio, prenderà per se la parte di Sganarello, contraltare stralunato e irriverente dello stanco seduttore Don Giovanni. I Carrara ritornano a rileggere il grande repertorio alla luce della tradizione della famiglia d'arte, insieme ai nuovi attori che negli anni ne hanno condiviso la strada, con la conduzione di un regista dalla grande esperienza come Enrico Bonavera, che conosce a fondo l'arte della commedia. Uno spettacolo nel grande filone di quel teatro popolare che dai piccoli palcoscenici di paese ai grandi teatri europei si è segnalato per la sua immediatezza e per la capacità di avvincere lo spettatore all'interno di un gioco antico e sempre nuovo, che ancora non smette di stupire.