Donald Baechler. Some of My Subjects 2012

Mostra

Umjetnicki Paviljon u Zagrebu in collaborazione con lo Studio d’Arte Raffaelli di Trento organizza la mostra personale “Some of My Subjects 2012” di Donald Baechler.
Tra i linguaggi fioriti negli anni Ottanta negli Stati Uniti emerge quello inventato da Donald Baechler, fatto di forme semplici, contorni spessi, sfondi stratificati in cui rivivono scene di vita cittadina, appunti, illustrazioni per bambini, forme geometriche e qualsiasi altro stimolo visivo in grado di attirare l’attenzione dell’artista. Le sue opere sono il risultato dell’applicazione di due tecniche: il collage e la pittura. Il primo è la base e il contesto su cui si staglia il soggetto dipinto in primo piano, che appartiene sempre ad un vocabolario semplificato e spontaneo, privo di virtuosismi tecnici e iconografici. Le opere scelte per le affascinanti sale del Paviljon sono un mirabile esempio della sua arte. Fiori, figure maschili e femminili, coni gelato, teschi e animali di varie misure popoleranno le pareti del palazzo ottocentesco. I soggetti sono delineati su delicati collage su carta e su dropcloth, coperture utilizzate in studio per proteggere il pavimento dalle gocciolature di colore.
Alan Jones: “Agli inizi, a New York, Donald Baechler dipinse una serie di dipinti su Zagabria. Io gli chiesi di raccontare le sue impressioni di Zagabria. Lui disse di non esserci mai stato; gli piaceva il suono della parola. In quel periodo ascoltava la grandiosa cantante egiziana Oum Kaltsoum, senza capire una parola di arabo. La geografia dell'immaginazione, come direbbe Guy Davenport, l'appagamento del desiderio con il quale tutti gli artisti operano. Se Pablo Picasso desiderava possedere un’opera di Velazquez, ne dipingeva una ventina da sé. Due scrittori si incontrarono ad un incrocio a Parigi. “Cosa stai scrivendo?” Una guida della Cina. “Non sei mai stato in Cina” È vero, ma con i soldi che guadagnerò dalla vendita del libro, ci andrò. Osservando una mappa mentre sedeva a Weimar, Friedrich Nietzsche ebbe la visione di una nuova vita –a Oaxaca, in Messico. La pittura di Donald Baechler si nutre di chilometri. Ora una Zagabria a lungo immaginata appare davanti ai nostri occhi, un biglietto di andata e ritorno dell’immaginazione.”

Per l’occasione sarà pubblicato un catalogo con testo critico di Alan Jones.

Umjetnicki paviljon u Zagrebu - Trg kralja Tomislava 22 - Zagreb (HR)
T +385 1 4841 070
www.umjetnicki-paviljon.hr

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T +39 0461 982595
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Didascalia immagine
DONALD BAECHLER
Installazione
gouache, vinyl paint, Flashe, collage on paper
misure varie