Donne! 50 ritratti al femminile

Mostra fotografica

A cura di Paola Bernardi
Foto di Hugo Muñoz

Si tratta di una mostra fotografica che raccoglie 50 scatti di grande formato che ritraggono soggetti femminili, in tutto 54 donne, intenti nel loro lavoro o mentre vi si recano. La mostra è accompagnata da un piccolissimo catalogo particolarmente curato nella veste.
Un’iniziativa che vuole portare l’attenzione sul vissuto delle donne che lavorano, una piccola antologia composta con un occhio di riguardo per le professioni tradizionalmente maschili, a testimonianza dell’ineludibile presenza femminile nei diversi ambiti del fare contemporaneo.
L’intento di non svelare nulla se non, tramite una breve didascalia, il nome e la professione delle donne ritratte è dovuto al desiderio di non violare il loro mondo privato e di lasciare spazio all’immaginazione di chi guarda, senza offrire giudizi preconfezionati e lasciando che siano i volti stessi delle donne a “parlare”.

Il termine "donna", nella mente di molti, evoca ancora stereotipi da spot di elettrodomestici anni '50. Come se il "ruolo naturale" delle donne fosse quello di stare a casa, dinanzi al focolare, ad accudire e crescere i figli secondo i sani principi tramandati dalla tradizione, ad attendere sorridenti il marito che la sera torna dal lavoro, facendogli trovare una casa luccicante e la tavola imbandita con un buon piatto caldo e qualche manicaretto. Per poi finire la giornata presentandosi al marito - che rincasa tardi perché dopo cena, dopo una dura giornata di lavoro, ha giustamente il diritto di andare a divertirsi con gli amici al bar - in sottoveste ammiccante. Ed il mattino seguente, il compito è far trovare al marito camicia e pantaloni ben lavati e stirati, annodargli la cravatta e salutarlo sull'uscio di casa indossando un grembiule.
Donna come persona che vive di riflesso, che "è" solo in quanto dedica la propria vita a servire un uomo, le sue aspirazioni, la sua carriera, la sua vita.
È un anacronismo. Anche un po' comico. E tuttavia è anche un luogo comune ancora diffuso e duro a morire. Ma soprattutto, sono la struttura sociale e del lavoro, così come il sistema dei servizi, ad essere ancora in gran parte "ritagliati" attorno a quel tipo di organizzazione familiare.
Ecco: questa mostra - gentile e sommessa nei toni quanto forte ed efficace nel trasmettere il proprio messaggio - credo serva ad evidenziare quanto le donne siano oggi, ormai, protagoniste della crescita economica, culturale e civile della nostra società.
Queste donne, tutte le donne, sono inconsapevolmente e silenziosamente delle eroine, perché contribuiscono in maniera essenziale alla crescita della comunità, scontrandosi con un sistema che fatica finanche a comprendere le loro esigenze.
Margherita Cogo
vicepresidente e assessore alla cultura della Provincia autonoma di Trento

Donne, come tante, che forse non notiamo nemmeno più perché le incrociamo quotidianamente, donne che si alzano ogni mattina, come noi tutti, per recarsi al lavoro. Ci vanno a piedi, in bicicletta, in autobus, in macchina oppure in treno.
Questo piccolo volume, come la mostra, vuole offrire uno spaccato del vissuto di molte donne, mostrarle nei loro gesti usuali, negli ambienti di lavoro che frequentano ogni giorno. Una sorta di microcosmo femminile che tende forse ad avere un occhio di riguardo per le professioni che per tradizione sono più maschili che femminili. Ritratte nel fare quotidiano, con una breve didascalia che svela soltanto il nome e la professione per lasciare spazio all'immaginazione di chi guarda, in un mondo dove tutto, troppo, viene detto. Ogni persona è un universo a sé stante, ogni volto ed ogni gesto porta con sé una storia diversa.
Per una volta saranno quindi i volti a parlare, non le parole, a creare una sorta di pausa riflessiva, di silenzio necessario per ripulire le nostre menti sovraffollate dal chiacchiericcio imperante che ormai ci circonda senza darci tregua.
Parole che suonano mute, teorie che risuonano vuote, spesso spogliate del loro significato da un uso eccessivo che tende ad invadere senza remore tutti i campi, anche quelli più intimi dell'individuo.
Un percorso che parte idealmente dalla Terra per ritornare alla terra, un soffio liberatore che ci spogli dagli affanni del quotidiano e che si chiude con una speranza per il futuro, pur considerando il tracciato finora compiuto.
Paola Bernardi


organizzazione: Assessorato alla Cultura della Provincia Autonoma di Trento, Servizio Attività Culturali - in collaborazione con la Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Trento