Due anni di cose successe mentre la vita capitava
Nell’ambito della Giornata del Contemporaneo inaugura sabato 8 ottobre alle ore 18.00 presso lo Studio d’Arte Andromeda di Trento “Due anni di cose successe mentre la vita capitava”.
La mostra presenta una compatta selezione dei lavori pittorici più recenti dell’artista trentino Luigi Penasa, fra gli storici fondatori dell’Associazione culturale Andromeda che da oltre quarant'anni opera negli ambiti della satira, illustrazione, pittura, grafica e fumetto.
Le opere, nate nel tempo sospeso della pandemia, hanno preso forma in un mondo parallelo di forzato isolamento e solitudine. “A molti di noi – confessa l’artista - per rabbia o noia, per curiosità o disperazione è capitato di immaginare un pezzo di mondo solo nostro, una sorta di rifugio dove riparare quando abbiamo bisogno di un’isola. Non è quasi mai per egoismo o rifiuto degli altri, ma piuttosto come un’esigenza biologica di annusarci. Vita da camera. Niente di nuovo per me. Solo l’obbligo, la consegna disposta da altri mi indispone. Comunque provo a farne un’esperienza di vita, provo a comunicare”.
Alla base del lavoro dell’artista trentino c’è la ricerca di un linguaggio minimale, fatto di sottrazioni, svuotamenti, denudamenti: un tentativo di comunicare in modo intimo e immediato, di offrire porte d’accesso a tracce di esperienze celate nella memoria di ognuno. Sulla tela, la figura umana - vera protagonista della composizione - fluttua in uno spazio sospeso, acceso da colori e forme, motivi decorativi, forse segni tribali, forse echi di una natura lontana. La mano dell’artista traccia il contorno di corpi che si compongono e ricompongono in un meccanismo di gioco ad incastri. I volti disegnati sulla tela si intrecciano con lo sguardo dell’osservatore, in silenzio gli pongono degli interrogativi, lo spiazzano, lo disarmano, senza chiedere nulla.
Ora questi lavori, frutto di tre anni di riflessione, entrano in uno spazio condiviso, aperto e sociale, per mettersi in dialogo con lo sguardo del pubblico, per riallacciare o forse innescare confronti.
“Mi espongo – prosegue l’artista - assieme alle mie opere per raccontare, in sintesi, questo momento della mia vita, stando ben attento a non pormi in primo piano come autore. La sincerità dei concetti espressi nelle cose esposte deve arrivare senza intermediari, come un’onda o come un colpo. Io prediligo la lentezza, l’immersione, anche in questo ciclo gli sguardi “sguarniti” dei ritratti saranno lì per invitare lo spettatore ad immergersi, lasciandolo libero di farsi coinvolgere o meno”.