E Agora José? - O cubo

Cia de Dança Balé de Rua Brasile
E AGORA JOSÉ? (Prima nazionale)
O CUBO (Prima assoluta)

Già nell'edizione 2001 Oriente Occidente aveva scelto di indagare la danza contemporanea brasiliana ospitando la Companhia Vacilou Dançou di Carlota Portella, coreografa operante a Rio de Janeiro. Ma del fermento coreutico brasiliano nel nostro paese ben poco si sa. Del Brasile si conoscono il folklore musicale e quello coreografico, gli imponenti carnevali e le danze popolari nutrite dagli apporti dei colonizzatori portoghesi e dai ritmi africani importati dagli schiavi. Un fermento nel settore della danza contemporanea però, negli ultimi vent'anni, c'è stato e alcuni nomi come quello del Grupo Corpo e della Compagnia di Paula Nesterov sono riecheggiati oltre frontiera.
Tra le punte della nuova generazione spicca la Companhia Balé de Rua proveniente da Uberlândia. Si tratta di un ensemble quasi interamente maschile, nato nel 1992 come gruppo amatoriale composto da giovani di periferia riuniti sotto la guida di Fernando Narduchi, l'attuale direttore artistico. Danzatori di strada, impegnati durante il giorno in mille differenti mestieri improvvisati per la sopravvivenza, che poco alla volta hanno conquistato il pubblico e il riconoscimento della critica.
Da qualche anno la Compagnia si è inserita nei circuiti più importanti degli avvenimenti coreografici brasiliani e ha iniziato a farsi conoscere nel mondo intero. Realizzato il sogno audace di trasformarsi in gruppo professionale, dal 2000 ha ottenuto la sponsorizzazione di Telemig Celular che ha permesso l'autosufficienza finanziaria, ma non ha però perso lo spirito delle origini e la convinzione che la danza sia qualcosa in più dell'esplorazione del movimento nel tempo e nello spazio: un efficace mezzo di comunicazione e di denuncia sociale. Non dunque una semplice Compagnia di danza, ma un esempio di stile di vita, che si rinnova quotidianamente con corsi di formazione che i danzatori del Balé de Rua impartiscono a giovani delle periferie e che si abbinano a un'opera di sensibilizzazione sul pubblico e sui cittadini meno fortunati.
Le radici popolari dell'ensemble sono evidenti nello stile coreografico, nell'istintività e nell'energia scattante contenuta nei suoi spettacoli. A Oriente Occidente presentano due novità assolute per l'Italia e l'Europa, prima di approdare alla Biennale di Lione quest'anno dedicata all'America Latina: E Agora José? e O Cubo. Il primo è un lavoro datato 2001 ispirato al poema di José Carlos Drummond de Andrade che descrive le credenze, le abitudini e le sorprese di un uomo di campagna di fronte al mondo moderno: un poema manifesto considerato in Brasile come la più vigorosa denuncia alla condizione contemporanea dell'uomo.
Il coreografo del gruppo, Marco Antônio Garcia, opera una sintesi tra la danza di strada e le sue forme più colte e costruisce una partitura su inaspettate rotture, sulla fusione dei linguaggi e su un rinnovato uso degli oggetti sulla scena. Nello spettacolo la leggerezza e l'humor si intrecciano con imponenti riflessioni su temi scottanti con la miseria e il razzismo. Imprevedibili le combinazioni e le sorprese dei tredici danzatori sulla scena e il loro alternarsi in assoli virtuosistici, come quello poetico danzato su una versione dell'inno nazionale brasiliano.
O Cubo invece è l'ultima creazione ancora in fieri che debutta proprio a Rovereto, incentrata sulle possibili relazioni tra il movimento e il suono. La musica eseguita dal vivo dai danzatori nasce da strumenti non tradizionali, da oggetti di uso comune e da rifiuti urbani come bidoni di latta di ogni grandezza, scatole di plastica, pezzi di ferro o di legno usati per percuotere superfici di varia natura. Musica e danza crescono insieme facendo perdere i confini tra le due arti, tra chi suona e chi danza, nel ritmo incalzante della più sentita tradizione di strada.