Edipo
Stagione di Prosa di Bolzano 2008/2009
La Grande Prosa
Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia - Teatro de gli Incamminati - Teatro Stabile di Messina
Edipo
di: Sofocle
regia: Antonio Calenda
scene: Pier Paolo Bisleri
con Franco Branciaroli
Una delle piú grandi tragedie teatrali di tutti i tempi
Assente da molto tempo nei cartelloni del Teatro Stabile torna in questa stagione la tragedia capolavoro di Sofocle, Edipo per la regia di Antonio Calenda e linterpretazione, nel ruolo del titolo, di Franco Branciaroli: coppia ormai collaudata che anche in passato ci ha regalato lavori di grande intensità come lo shakesperiano Riccardo III e il Galileo di Brecht.
Composta tra il 429 e il 425 a.C., incentrata sullineluttabilità del destino cui luomo non può sottrarsi nemmeno conoscendolo, lEdipo fu definita da Aristotele la tragedia più riuscita del teatro greco. Straordinaria la rappresentazione del sovrano di Tebe, luomo che aveva sconfitto la Sfinge, lastuto che, davanti alla scoperta della terribile verità predettagli dalloracolo, cui invano aveva cercato di sfuggire, si proclama il più sventurato e il più scellerato degli uomini. Avendo sposato la madre Giocasta e ucciso il padre Laio, Edipo, condannato alla disperazione, si acceca per una colpa che non ha voluto ma che pure lo rende colpevole, lui, che è il più sapiente tra gli uomini, che ha ricevuto gloria e onori, si ricopre di sciagura e orrore, e in questo è paradigma delluomo .
Con Edipo, Sofocle ha creato un eroe la cui fortuna è durata nei secoli per la profondità della rappresentazione dellinfelicità umana, nella contraddizione tra analisi razionale e percezione delle forze oscure che regolano lesistenza.
Nellindagine che anima tutto il dramma, Edipo cerca di liberarsi dai propri timori per non scoprirsi colpevole e sprofonda, invece, nel baratro. Luomo che ha sfidato gli dei, che si è interrogato su se stesso, si scopre enigmatico, vacillante e senza appiglio. Linterrogazione continua si risolve in un enigma e la grandezza del personaggio risiede nellaccettazione sofferta della dignità di chi ha sopportato mali che lui solo avrebbe potuto sopportare, di chi, volendo usare la propria intelligenza, si condanna ad una verità agghiacciante. Da qui la scelta di accecarsi, estremo gesto che purifica e risolleva leroe dallabiezione consegnandolo alla compassione dei secoli. LEdipo, che ha sicuramente influenzato anche il lavoro di Freud, contiene ancora temi attuali ed è in questottica che sinsinua la nuova importante messinscena proposta dal Teatro Stabile di Trieste.
La decisione di mettere in scena uno dei testi fondamentali di tutta la cultura occidentale sinnesta per il regista, Antonio Calenda, e linterprete principale, il bravo Franco Branciaroli, in quella ricerca nel filone dei grandi classici che ha già dato importanti risultati con il recente allestimento di Vita di Galileo di Brecht. In un mondo smarrito, minaccioso, delle cui ombre sentiamo costantemente lincombere commenta il regista- è emblematico rielaborare il percorso, dal buio verso la chiarezza, che Edipo compie nella tragedia sofoclea: un percorso nella coscienza che allo stesso tempo è individuale, di intima analisi, e collettivo, di grande profondità.
Vendita dei biglietti nei giorni di spettacolo presso la Cassa del Teatro dalle ore 19.00
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