Edmund Kean
Giancarlo Zanetti
Edmund Kean
di Raymund FitzSimons
traduzione e adattamento di Claudio Forti
con Giancarlo Zanetti
e con Juliane Reiss violino
regia Giancarlo Zanetti
Messo in scena per la prima volta nel 1989 con l'interpretazione di Ben Kingsley, racconta la travolgente vita di Edmund Kean, geniale attore inglese. Nel testo Kean è concepito come un mostro, un uomo sfenatamente ambizioso, perennemente alla ricerca di una fama immediata, un uomo convinto in modo paranoico che tutti cospirino contro di lui, un megalomane che non permette a nessuno di splendergli accanto, un uomo sinistro, un vulcano di rancore accumulato, un temporale di veleno, un torrente di bile, un uomo con una spinta incontenibile all'autodistruzione che a trent'anni si è completamente consumato. Si, Kean è un mostro, abbrutito dall'alcool e sifilitico. Ma il mistero glorioso di Kean è questo, è anche il primo grande attore romantico e l'insuperabile interprete di Shakespeare. Lo spettacolo oscilla tra il suo carattere e quello dei personaggi che interpreta sulla scena, temprati dalle esperienze della sua vita. Le sue ambizioni riecheggiano nel Riccardo Terzo. La sua misantropia sempre più profonda evoca Coriolano e Timone d'Atene. Quando la sua mente è sconvolta si trasforma in Re Lear. L'addio di Otello "Addio per sempre, pace dell'anima mia, addio felicità del cuore!" è visto come la chiave per comprendere la sua vera personalità. Per Kean non c'è tranquillità nè appagamento. Nell'addio mette a nudo la sua anima tormentata. Fra tutte le sue paranoie, le megalomanie, le fanfaronate, le sbornie, le storie con prostitute, è comunque una grande voce che chiede pietà e comprensione.
Invito a Teatro per un progetto Sociale di sostegno a distanza
Il ricavato della vendita dei biglietti d'ingresso sarà intereamente devoluto all'Associazione EMICAM
l'Associazione Emicam opera nella città di Akonolinga in Camerun, a sostegno di donne e bambini per migliorarne, attraverso progetti di formazione, la condizione sociale, economica e sanitaria.
EMICAM Associazione per lo sviluppo integrale dei bambini in difficoltà e la promozione della donna é presente da 10 anni in Camerun attraverso la presenza di Maria Patricia Avodo, suora laica, responsabile di molti progetti in queste aree. Le attività previste nel prossimo progetto, sono mirate a migliorare le condizioni di vita delle donne dei villaggi circostanti ad Akonolinga attraverso, essenzialmente, la formazione.
Nel progetto questi obiettivi sono definiti in:
miglioramento sostanziale della qualità della vita delle donne di Akonolinga e villaggi circostanti,
miglioramento della situazione economica delle comunità rurali sedi del progetto attraverso l'avvio di attività produttrici di reddito, promozione della salute attraverso la prevenzione e la vaccinazione.
La presente iniziativa di raccolta fondi riguarda il secondo obiettivo, legato alla componente economico produttiva delle comunità: le attività previste dal progetto saranno quelle dell'avvio di iniziative personalizzate mirate al sostegno delle contadine delle zone interessate attraverso la fornitura di attrezzature basiche (zappe, picconi, carriole, tubi per irrigazione, ecc.), sementi, concimi naturali e piccoli animali da allevamento per un valore complessivo di 60 euro pro capite al fine di avviare e migliorare la produzione alimentare. Le 125 donne sostenute in questa forma, saranno impegnate a restituire attrezzature nuove e/o sementi e animali di pari valore entro un anno al fine di poter beneficiare altre donne partecipanti alle attività formative promosse dal progetto. Il processo è auspicabile continui a catena.
L'obiettivo prevede una cifra di 7.500 da spendere in attrezzature, sementi, concimi e animali da allevamento: Contribuisci anche tu a questo raccolta, contribuisci anche tu allo sviluppo economico e sociale del Cameroun con EMICAM.
Torino, il dramma di Fitzsimmons
"Kean" secondo Zanetti
Eccessi d'amore e di vizi nel grande attore fragile
"By Jove, he is a soul!". L'esclamazione è di Byron. Nel 1814 andò al Drury Lane e lì, per la prima volta, vide Edmund Kean. L'attore, che era diventato celebre proprio quell'anno interpretando Shylock nel "Mercante di Venezia", si esibiva nel "Riccardo III". Il poeta ne restò abbagliato e se ne uscì con quella frase ammirativa: "Per Giove, ha un'anima!". Era davvero straordinario Kean (1789-1833). Piccolo di statura ma scattante, era il prototipo dell'attore romantico. Sapeva interpretare "l'anarchia delle passioni". Guardarlo nel volto mobile e negli occhi ipnotici, osservò Coleridge, era "come leggere Shakespeare alla luce dei lampi". Ma ebbe vita artistica breve. Si rivelò nel '14, e già nel '20 era in declino: colpa delle sbornie, degli stravizi, dei processi. Tuttavia è rimasto un simbolo del teatro passionale, tanto da eccitare la fantasia di Dumas Padre che gli dedicò un drammone divenuto subito famoso. Intorno al 1950 quel copione finì nelle mani di Sartre, che lo rielaborò secondo l'ottica esistenzialista e infine, nel 1989, arrivò Raymund FitzSimmons, con una rielaborazione che Giancarlo Zanetti, attore e regista di se stesso, presenta all'Erba fino al 16 Novembre.
Interpretare Kean significa entrare in un eccesso d'amore e di vizio. Non è impresa per tutti: bisogna essere bravi, sapientemente gigioni e controllatamente eccessivi. Infatti, in mezzo secolo, sono stati pochi da noi gli attori che si sono cimentati con colui che voleva essere "aut Caesar aut nullus", o Cesare o nessuno. Il primo fu Gassman, nel 1955. Offrì uno spettacolo che mescolava Dumas e Sartre. Il Mattatore tornò a Kean negli Anni '80 e aprì, per così dire, la strada a Gigi Proietti che si esibì con l'"altro" Kean, quello di FitzSimmons. Ed è ancora di FitzSimmons il Kean adottato da Zanetti, un testo aperto alle ombreggiature psicologiche, spalancato come una finestra panoramica sulle grandi tirate di Shakespeare, dal "Riccardo III" al "Macbeth", all'"Amleto", al "Mercante", all'"Otello". Un testo disperato, in cui Kean misura la profondità del proprio fallimento, nonostante gli applausi, le paghe sconsiderate, le amanti, l'adorazione del pubblico.
Il palcoscenico è attraversato in larghezza da una pedana inclinata. Sulla sommità troneggia la poltrona di "Caesar", in basso vediamo affastellati gli oggetti della vita e dell'arte, una marionetta, una bottiglia, un panno multicolore che ricorda gli anni amari dell'esordio e della fame, quelli in cui Kean era costretto a interpretare Arlecchino e nient'altro. In questa doppia zona, Zanetti-Kean beve, sproloquia, ricorda, recita, si accalora, s'indigna, insulta, si commuove. Mostra la sua doppia anima: orgogliosa e fragile. Segue la sua doppia natura: sublime e plebea. Rilancia i colpi furiosi del rancore, della bile, dell'ambizione. Zanetti, che per sua natura d'attore sembrava predestinato a questo ruolo, gli si concede a corpo morto, con una adesione assoluta, in un clima mutevole "staccato" dal violino di Juliane Reiss. E avvinghia a sè il pubblico che non riesce neppure a fiatare.
Osvaldo Guerrieri - LA STAMPA (pagina spettacoli Nazionale) - martedì 11 novembre 2003
organizzazione: Comitato Trentino per Emicam EMICAM Associazione per lo sviluppo integrale dei bambiniin difficoltà e la promozione della donna - in collaborazione con Centro Servizi Culturali S. Chiara - con il patrocinio della Provincia Autonoma di Trento e del Comune di Trento