El Moro
di Pio Moser
con T.I.M. – Teatro Instabile di Meano
regia di Sergio Bortolotti
Liberamente ispirato a “Zorro. Un eremita sul marciapiede” di Margaret Mazzantini.
“I barboni sono randagi scappati dalle nostre case, odorano dei nostri armadi, puzzano di ciò che non hanno, ma anche di tutto ciò che ci manca. Perché forse ci manca quell’andare silenzioso totalmente libero, quel deambulare perplesso, magari losco, eppure così naturale, così necessario, quel fottersene del tempo meteorologico e di quello irreversibile dell’orologio.”
Questa una dichiarazione della Mazzantini, in un’intervista di qualche anno fa per il suo libro.
L’operazione del TIM è stata quella di ritradurre una storia poetica, che a tratti sa suscitare ilarità, in un’ambientazione il più vicina possibile alla strada. L’idea è stata quella di lavorare sul linguaggio e trasferire la poeticità della lingua italiana ad un linguaggio più vicino alla volgata: il dialetto trentino.
Questo non per sminuire il nostro dialetto, ma per dimostrare che esso è una lingua viva, non relegabile alle sole caricature teatrali e alla vicende paradossalmente comiche.
L’intento è quello di dare l’opportunità al pubblico di assaporare in tutti i suoi lati emozionali la nostra lingua che nell’immaginario collettivo ha perso la sua carica emotiva. Come con qualsiasi lingua, an che col dialetto trentino, si può ridere, piangere, trattare argomenti leggeri o scendere nei meandri più intimi dell’uomo e raccontarne le emozioni.
Provare per credere!
Lo spettacolo, in forma di monologo, è in atto unico di 75 minuti.