Elettra

Teatro

Stagione di Prosa 2005/2006

Teatro Stabile di Napoli
in collaborazione con Fondazione Teatro Stabile di Torino
Elettra
di Hugo von Hofmannsthal
un progetto di Andrea De Rosa e Hubert Westkemper
con Frédérique Lolite, Maria Grazia Mandruzzato, Moira Grassi, Gabriele Benedetti
regia Andrea De Rosa
suono Hubert Westkemper
scene Raffaele Di Florio
costumi Ursula Patzak
luci Enrico Bagnoli
musiche Giorgio Mellone

Il tempo sembra bloccato. Tutto è immobile, da anni. Le azioni si ripetono sempre uguali, i riti si sono svuotati di senso, le parole faticano a trovare una strada. Come nella Elettra di Sofocle, cui questa è direttamente ispirata, si attende o si teme l'arrivo di Oreste, che verrà un giorno per uccidere la madre, Clitennestra. Ma il senso greco dell'ordine da ristabilire, che si accompagna a questa azione, si è come indebolito, si fa fatica a credere che egli verrà davvero, si stenta a ricordare perché. In questo tempo sospeso, i personaggi sembrano guardare in uno specchio rovinato ed opaco: aguzzano la vista, nella speranza di rintracciare un'origine, cercano un'immagine di sé che vogliono pura, al di sotto dei mille strati che il tempo vi ha steso sopra, ma più si avvicinano alla superficie riflettente, più essa si rivela irreparabilmente corrotta e deformata. Il senso di nostalgia per la purezza di quella immagine, il dolore che si scopre con la sua perdita, l'incapacità di trovare le parole giuste per raccontarlo, mi sembrano gli elementi chiave per la messa in scena di questo testo.
Andrea De Rosa

Il pubblico ascolta lo spettacolo attraverso una cuffia stereofonica, per mezzo di una tecnica di ripresa del suono detta olofonica. Questo sistema permette di avere una percezione dello spazio molto dettagliata e sorprendentemente realistica. L'indossare una cuffia viene presto dimenticato a vantaggio di una sensazione di immersione totale nello spazio scenico.
Hubert Westkemper

Così la critica:

"Di Elettra il regista assume il nucleo più scuro e violento, psicotico e carnale. E su questo lavora, con una compagnia d'attori tanto minuscola quanto efficace. Affida l'eroina all'interpretazione di Frédérique Loliée, che è bravissima, adamantina, assoluta come lo spirito della vendetta. Per tutti un successo pieno e meritato."
(Osvaldo Guerrieri - La Stampa)

"Spettacolo tanto originale quanto significativo. Tutto si esalta, e per davvero alla lettera, nella magnifica prova offerta dagli interpreti. Frédérique Loliée è assolutamente splendida. Bravissime anche Moira Grassi (Crisotemide) e Maria Grazia Mandruzzato (Clitennestra)."
(Enrico Fiore - Il Mattino)

"La novità è radicale. Gli spettatori vedono lo spettacolo dal vivo, ma lo ascoltano attraverso delle cuffie. Si può perfino piangere al momento dell'incontro tra Elettra e il fratello Oreste. Il dramma dei figli di Agamennone ci viene sparato direttamente nella nostra interiorità. De Rosa lancia un gruppo di attori fortissimi e doloranti…che ci pongono nuove emozioni e nuove domande sul nostro senso del tragico."
(Gianfranco Capitta - Il Manifesto)

"Bella, nevrotica, perfino stereo, un'Elettra così ce la ricorderemo a lungo. Una partitura sonora che ci getta dentro l'azione e ci trasforma in testimoni consapevoli della disperazione di Elettra, della sua volontà omicida… Frédérique Loliée è un'Elettra di straordinaria sensibilità: indimenticabile la scena in cui si contrappone alla madre Clitennestra, la brava Maria Grazia Mandruzzato, e quella in cui circuisce la sorella Crisotemide, una sensitiva Moira Grassi. Lo spettacolo di Andrea De Rosa è da non perdere."
(Maria Grazia Gregori - L'Unità)

"Uno spettacolo di forte seduzione, dove il suono è visione e drammaturgia…Tu vedi quello che succede laggiù, oltre il vetro e lo percepisci immediatamente dentro di te, suono che si fa memoria, memoria che si fa spazio. Questa Elettra è un viaggio che ti attraversa. Un viaggio che, come tutti i migliori viaggi, ti cresce dentro. E tu sei il paesaggio."
(Gian Luca Favetto - Diario)

"Una cuffia stereofonica in testa, buio in sala, una vasta parete di vetro che chiude il palcoscenico. Lo spettatore si predispone a vedere e ad ascoltare l'Elettra di Hugo von Hofmannsthal del regista Andrea De Rosa, costruito in stretta collaborazione con Hubert Westkemper. De Rosa porta alla luce quel grumo doloroso di vicende familiari, puntando sulla riscrittura che di Sofocle fece il drammaturgo austriaco nei primi anni del novecento e innervata dei sensi più inquieti di quell'inizio di secolo…La tragedia è dunque tutta umana…con al centro la straordinaria presenza dei quattro attori, profondamente dolenti, ma agitati da un'inquieta e potente energia."
(Antonio Audino - Il Sole 24 Ore)

"L'Elettra di De Rosa è stato accolto da un successo incondizionato. Vi è, in questo spettacolo, una peculiarità radicalmente avanguardista…è tutto un sussurro, un tremore, un palpito, una vibrazione…Frédérique Loliée è un'ardente Elettra…La mirabile, articolatissima rumoristica è di Hubert Westkemper."
(Franco Cordelli - Il Corriere della Sera)

"…lo spazio pulsa e parla, nell'avvincente Elettra di Hofmannsthal con regia di Andrea De Rosa, con gli attori che agiscono dietro una vetrata che li isola.
Il regista ottiene uno straordinario effetto moderno di esaurimento dello sdegno neo-classico…L'Elettra della superba Frédérique Loliée è urticante…
Notevole."
(Rodolfo Di Giammarco - La Repubblica)


organizzazione: Centro Servizi Culturali S. Chiara