Enrico Pieranunzi Trio
Il lirismo è certamente uno degli aspetti che maggiormente caratterizzano l'atteggiamento artistico di Enrico Pieranunzi. Un atteggiamento che lo accomuna a molti musicisti con i quali lui stesso ha collaborato: Chet Baker, Art Farmer, Jim Hall, Lee Konitz, Phil Woods, Charlie Haden, Billy Higgins, Paul Motian. Ma prima di tutti viene naturalmente Bill Evans, un artista dal quale miriadi di pianisti contemporanei traggono ispirazione, dalla cui influenza d'altra parte il jazz contemporaneo non può prescindere. Pieranunzi è riuscito a penetrare a fondo nello spirito, nel mondo poetico di Evans, nella sua inimitabile combinazione di rigore e sensibilità. Tale modello rappresenta però solo uno degli ingredienti nella musica di Pieranunzi, che si è andata costruendo con mirabile coerenza ed equilibrio fin dall'epoca della prima incisione, nel '73, a fianco del trombonista Marcello Rosa.
La personalità musicale del pianista ha ricevuto l'impronta di due passioni, fuse in modo mirabile: da una parte gli studi classici, sfociati nel diploma e successivamente nell'insegnamento al Conservatorio, dall'altra l'influenza del padre, Alvaro, chitarrista e grande ammiratore di un altro poeta dell'improvvisazione, Django Reinhardt. Pieranunzi ha sviluppato tutto ciò alimentandolo con la passione per il mondo classico antico, sostenendolo con un tocco ricchissimo di sfumature, di contrasti timbrici, di finezze melodiche. Proprio il trio con basso e batteria è uno dei campi di tensione che Pieranunzi ha praticato assiduamente e con risultati di grande pregio fin dai suoi inizi: già la formazione con Giovanni Tommaso e Roberto Gatto, negli anni Settanta, aveva mostrato la capacità del pianista di sostenere un generoso gioco paritario tra gli strumenti. Poi, nel corso degli anni Ottanta e Novanta, il suo lavoro in trio si è arricchito della collaborazione di grandi nomi internazionali, come Marc Johnson e André Ceccarelli, ma sarà il triangolo con Enzo Pietropaoli e Fabrizio Sferra a raggiungere culmini espressivi e creativi di autentica poesia. Ora quell'esperienza continua con lo stesso Sferra e con Luca Bulgarelli, contrabbassista di punta tra le nuove leve italiane.