Enzo Favata e i Tenores di Bitti
Enzo Favata (sax soprano e sopranino benas trunfa)
Marcello Peghin (chitarre acustiche)
Daniele Di Bonaventura (bandoneon)
Salvatore Maltana (contrabbasso)
Roberto Pellegrini (percussioni)
Daniele Cossellu e Piero Sanna (oche e mesu oche)
Tancredi Zucconi (contra)
Mario Pira (basso)
Oggi molti musicisti si tuffano nei progetti di fusione tra la musica etnica e il jazz, alimentando a volte il sospetto che la cosa non sia dovuta tanto a una reale esigenza espressiva, quanto alla necessità di seguire una strada aperta, che può portare una certa notorietà a buon mercato. Non è certamente il caso di Enzo Favata, che perseguiva questo tipo di ricerche in epoche non sospette, la cui stessa formazione è avvenuta seguendo in modo parallelo la sua musica tradizionale della Sardegna e l'improvvisazione jazz.
Nato ad Alghero nel 1956, Favata suona il sax soprano e sopranino oltre a una vasta gamma di strumenti popolari a fiato, presi in particolare dalla tradizione sarda. La sua attività professionale nel campo del jazz è iniziata nell'83; in seguito ha iniziato a scandagliare le possibilità di accostamento di tradizioni differenti: jazz, musica tradizionale sarda e di altre parti del mondo. Ma nel contempo i suoi interessi erano rivolti alla fusione di strumenti tradizionali ed elettronici, come campionatori e harmonizer, giungendo ad amalgamare interessanti soluzioni timbriche. Tutto questo è stato sviluppato con la formazione "Jana Project", esibitasi per la prima volta al festival di S. Anna Arresi nell'88, con la quale è stato registrato il primo disco a nome di Favata.
Da questo momento in poi l'attività del musicista sardo subisce una vera e propria lievitazione: all'esperienza concertistica, che lo vede invitato da molti festival importanti, tra cui quelli di Barcellona, Berlino e Tokyo, si affianca l'attività nel campo della composizione di colonne sonore e si definiscono diversi nuovi progetti, come "Bighes and Voices", dedicato alle musiche sacre di matrice popolare, e "Atlantico", che rende omaggio agli scrittori dell'America latina. Il lavoro forse più ambizioso e intrigante è quello denominato "Voyage en Sardigne", un continuo flashback nei paesaggi, nei colori, nei profumi e negli umori dell'isola, che coinvolge musicisti di varia estrazione accanto al quartetto vocale dei "Tenores di Bitti", una delle più celebri formazioni di canto corale tradizionale sardo, in cui si mescolano antichissime polifonie e suggestive armonizzazioni. Per la sua particolare versatilità, il quartetto è stato invitato a collaborare con Lester Bowie, Ornette Coleman, Frank Zappa e Peter Gabriel.
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