Esecuzioni
Stagione di prosa di Rovereto 2013/2014
Compagnia Abbondanza Bretoni
Esecuzioni
Duo d'assoli
di e con Michele Abbondanza e Antonella Bertoni
regia Michele Abbondanza
Doppia esecuzione di partiture coreografiche in parallelo, senza mediazione alla relazione, dalla massima lontananza possibile in 20 metri quadrati fino alla configurazione di finali pietà lontane.
Ognuno dei due interpreti segue il suo percorso nello spazio, nel tempo e nelle forme che assume a seconda degli stati d'animo che attraversa e che possono svilupparsi, regredire, ritornare ma anche sovrapporsi stratificandosi, (
). Nell'avvenire di questo duo d'assoli di libere "Esecuzioni", si percepisce nel suo dipanarsi un crescendo di considerazione reciproca, fino a quando i due sentieri solitari cominciano a incrociarsi, trovando inizialmente rari punti in comune e poi via via incontrandosi sempre più frequentemente; anche aggrappandosi, in questo naufragio comunicativo, l'uno all'altro come due naufraghi al legno della zattera, non per amore del legno ma per amore della propria salvezza e quindi di sé. Oltre che a una "libera" (una parte dell'azione sarà "aperta" e lasciata all'estemporaneità: anche in fase di allestimento, non siamo riusciti a inanellare una prova uguale all'altra), assistiamo a una "doppia" esecuzione, che, anche se composta quasi integralmente da assoli, crediamo possa appartenere alla categoria del "duo", (
). Qui non c'è nessuno che vuole vincere sull'altro, competere avrebbe implicato comunque l'essere in relazione, ma per questo la lontananza può risultare ancora maggiore passando dall'iniziale, sorda e solitaria indifferenza, attraverso sprazzi e tentativi di imitazione, fino alla reciproca, fragile assistenza nelle composizioni finali di pietà lontane. Esecuzioni quindi anche del quando la vera pena capitale (alla quale il titolo, nemmeno troppo velatamente allude), potrebbe essere il comune destino del continuare "l'inesorabile danza" del vivere. Le caratteristiche, le invenzioni, le forme (quello che si dice con un brutto termine: "la cifra stilistica") degli autori, essendo qui anche interpreti, può venir meglio isolata e visualizzata senza mediazioni e, quasi come fosse messa sotto una lente di ingrandimento, offerta a un'analisi asettica, quasi autolesionistica e spietata. Auto-costretti al passo ("Quanti dolci pensier, quanto disio/Menò costoro al doloroso passo", Dante) double, presentiamo qui, condividendo con lo spettatore i rischi di due esecuzioni, sommarie, capitali o semplicemente danzate.
Michele Abbondanza
organizzazione: Comune di Rovereto Assessorato alla Contemporaneità