Etty Hillesum, maestra di vita (diari e lettere)

Convegno

Pagine del Garda

Etty Hillesum, maestra di vita (diari e lettere)
a cura di Piergiorgio Carizzoni - ed. Adelphi
presentazione a cura di R. Cazzola, letture a cura di N. Czertok
Con il patrocinio e il contributo dell'Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi a Roma e del Consolato Generale dei Paesi Bassi a Milano; in collaborazione con Associazione culturale Dioniso e biblioteca civica di Riva del Garda

Il diario di Etty Hillesum ha commosso i lettori di tutto il mondo, ed è ormai considerato fra le testimonianze più alte delle vittime della persecuzione nazista. Ora la versione integrale delle lettere, scritte in gran parte dal lager di Westerbork, permette di udire la sua voce fino all'ultimo: fino alla cartolina gettata dal vagone merci che la condusse ad Auschwitz. «Etty Hillesum. Diario» ed «Etty Hillesum. Lettere», libri a cura di Piergiorgio Carizzoni editi da Adelphi, sono presentati venerdì 21 novembre al casinò municipale di Arco da Roberto Cazzola, responsabile editoriale di Adelphi, con letture a cura di Natasha Czertok, attrice e regista, nell'àmbito di «Pagine del Garda». Inizio alle 20.45.

I libri sono realizzati con il patrocinio e il contributo dell’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi a Roma e del Consolato Generale dei Paesi Bassi a Milano; l'evento di presentazione è in collaborazione con l'associazione culturale Dioniso e la biblioteca civica di Riva del Garda. La mostra dell'editoria prosegue nel salone delle feste del casinò municipale di Arco fino al 23 novembre ed è aperta al pubblico da lunedì a venerdì dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.30, sabato 22 novembre e le domeniche dalle 10 alle 12 e dalle 14.30 alle 19. «Pagine del Garda» è la rassegna dell'editoria gardesana organizzata dall'associazione culturale Il Sommolago e da Alto Garda Cultura, il Servizio di Attività culturali intercomunale di Arco e Riva del Garda

All’inizio di questo Diario, Etty è una giovane donna di Amsterdam, intensa e passionale. Legge Rilke, Dostoevskij, Jung. È ebrea, ma non osservante. I temi religiosi la attirano, e talvolta ne parla. Poi, a poco a poco, la realtà della persecuzione comincia a infiltrarsi fra le righe del diario. Etty registra le voci su amici scomparsi nei campi di concentramento, uccisi o imprigionati. Un giorno, davanti a un gruppo sparuto di alberi, trova il cartello: «Vietato agli ebrei». Un altro giorno, certi negozi vengono proibiti agli ebrei. Un altro giorno, gli ebrei non possono più usare la bicicletta. Etty annota: «La nostra distruzione si avvicina furtivamente da ogni parte, presto il cerchio sarà chiuso intorno a noi e nessuna persona buona che vorrà darci aiuto lo potrà oltrepassare». Ma, quanto più il cerchio si stringe, tanto più Etty sembra acquistare una straordinaria forza dell’anima. Non pensa un solo momento, anche se ne avrebbe l’occasione, a salvarsi. Pensa a come potrà essere d’aiuto ai tanti che stanno per condividere con lei il «destino di massa» della morte amministrata dalle autorità tedesche. Confinata a Westerbork, campo di transito da cui sarà mandata ad Auschwitz, Etty esalta persino in quel «pezzetto di brughiera recintato dal filo spinato» la sua capacità di essere un «cuore pensante». Se la tecnica nazista consisteva innanzitutto nel provocare l’avvilimento fisico e psichico delle vittime, si può dire che su Etty abbia provocato l’effetto contrario. A mano a mano che si avvicina la fine, la sua voce diventa sempre più limpida e sicura, senza incrinature. Anche nel pieno dell’orrore, riesce a respingere ogni atomo di odio, perché renderebbe il mondo ancor più «inospitale». La disposizione che ha Etty ad amare è invincibile. Sul diario aveva annotato: «“Temprato”: distinguerlo da “indurito”». E proprio la sua vita sta a mostrare quella differenza.

«Abbiamo lasciato il campo cantando». A Westerbork Etty vive «l'inferno degli altri», senza «illusioni eroiche», recando parole vere là dove il linguaggio è degradato a gergo, là dove i fossati del rancore dividono gli stessi prigionieri, contrapponendo ebrei olandesi a ebrei tedeschi. La resistenza al male si compie in lei attraverso l'amicizia – nata nel campo o mantenuta viva con chi è rimasto libero e manda viveri e lettere –, attraverso la fede e grazie ai libri (come le poesie di Rilke) e alla natura: anche sopra le baracche corrono le nuvole e volano i gabbiani e brilla l'Orsa Maggiore. Per scrivere la storia del lager ci sarebbe voluto un poeta, non bastava la nuda cronaca, aveva detto un giorno un internato a Etty. Non sapeva che quel poema stava già prendendo forma, lettera dopo lettera. E che, da quel fazzoletto di brughiera recintata e battuta da turbini di sabbia, sarebbe giunto fino a noi rompendo un silenzio di decenni.

Sabato 22 novembre il programma delle presentazioni librarie prosegue con «Vittorio Fiorio. Memorie della guerra mondiale», a cura di Gianluigi Fait, edito da Il Sommolago e dal Museo Alto Garda. Presentazione a cura di G. Fait e M. Grazioli, sempre al casinò municipale di Arco, con inizio alle ore 16.


organizzazione: Comune di Arco - Associazione Il Sommolago - Servizio Attività Culturali Intercomunale di Arco e Riva del Garda