F.A.R.

Danza

Trento a Teatro
InDanza

Ultimo appuntamento per la Stagione InDanza 2010/2011 con le coreografie di Wayne McGregor che assieme alla sua compagnia Random Dance porta in scena FAR, Teatro Sociale martedì 29 marzo alle ore 20,30.

Wayne McGregor|Random Dance Company
F.A.R.
Ideazione e Direzione Wayne McGregor
Coreografia Wayne McGregor, in collaborazione con i danzatori
Interpreti Catarina Carvalho, Davide Di Pretoro, Michael-John Harper, Agnès López Rio, Louis McMiller, Paolo Mangiola, Daniela Neugebauer, Anna Nowak, Alexander Whitley, Jessica Wright.
Musica originale Ben Frost
Scene rAndom International
Costumi Moritz Junge
Disegno Luci Lucy Carter
Maître de ballet Odette Hughes
Direttore tecnico Christopher Charles
Tecnici Colin Everitt, Michael Smith

FAR è co-prodotta da Sadler’s Wells (London, UK), Peak Performances @ Montclair State University (USA), con il sostegno dell’Association of Performing Arts Presenters Creative Campus Innovations Grant Program. È co-commissionata da Maison de la Danse (Lyon, FR), Fondazione I Teatri (Reggio Emilia, IT), Belgrade Festival (Belgrade, SE), Belfast Festival (Belfast, UK), Brighton Dome (Brighton, UK), Laban Theatre (London, UK), Dance East (Ipswich, UK)

Wayne McGregor | Random Dance è sovvenzionata da Arts Council England, è Resident Company of Sadler’s Wells, London ed Associate Company of DanceEast, Suffolk
Wayne McGregor è coreografo residente del Royal Ballet, Covent Garden

Le scene di FAR - della rAndom International e i Choreographic Thinking Tools usati durante il processo di creazione, sono stati sviluppati durante una residenza all’Experimental Media and Performing Arts Center, Troy, NY, USA.
Il Choreographic Language Agent è stato sviluppato con il supporto del Portland Green Cultural Projects.
L’intera attività della R-Research è supportata dalla Coventry University.
Grazie al Quercus Trust per il continuo sostegno
www.randomdance.org

“Se c’è un artista – scrive The Times – che definisce il nostro decennio, questo è Wayne McGregor”. Danzatore, coreografo, autore appassionato di nuove tecnologie e computer, neuroscienze e psicologia, Wayne McGregor, con la sua visione distonica del corpo che corrisponde al mondo frammentato e disfunzionale in cui viviamo, ha indubbiamente rimodellato la scena contemporanea negli ultimi tre lustri a partire da creazioni cardine della sua parabola artistica quali Millenarium (‘97), Sulphur 16 (‘98), Aeon (2000) e Nemesis (2001). Attivo sin dal 1992 nel Regno Unito - anno in cui fonda la Wayne McGregor/Random Dance e in cui viene nominato “coreografo associato” al The Place di Londra – McGregor spicca il volo a livello internazionale agli albori del nuovo millennio quando il prestigioso Sadler’s Wells di Londra chiede alla sua compagnia di diventare “stabile” all’interno del teatro. La sua fama di autore spregiudicato che insegue un modello antitetico al corpo perfetto che vorrebbe la danza cresce in maniera esponenziale. La sua ricerca affascina persino il classicissimo Royal Ballet che a sorpresa nel 2006 lo nomina “coreografo residente dell’ensemble”, il primo in sedici anni e l’unico proveniente dall’ambito della danza contemporanea. Corteggiato dal mainstream internazionale, McGregor crea per il New York City Ballet, lo Stuttgarter Ballett, l’Opéra de Paris, l’Australian Ballet, l’English National Ballet, il Nederlands Dans Theater e per il Bolshoi di Mosca. Insignito nel gennaio di quest’anno dell’onorificenza di Commander of the Order of the British Empire, McGregor ha ricevuto premi e riconoscimenti dalla critica internazionale, tra cui il Prix Benois per la Danse, il Critics Circle Award e in Italia, il Premio Danza&Danza per Entity.

Coreografo severo e rigoroso, ma indubbiamente eclettico, McGregor non si sottrae a nuove sfide ed esperienze. Nel suo carnet de bal anche coreografie per grandi allestimenti lirici (alla Scala di Milano ha curato Dido and Aeneas di Purcell opera ripresa poi alla Royal Opera House unitamente ad una nuova produzione di Acis and Galatea, per la quale McGregor ha firmato anche la regia); coreografie per il musical (Woman in White di Lloyd Webber) e per il cinema (Harry Potter e il Calice di fuoco), nonché per la Cerimonia di apertura dei Mondiali di Nuoto a Roma. Certo, la sua passione resta l’indagine dell’intelligenza cinestetica, la relazione tra cervello e movimento, la connessione tra l’ispirazione al moto e la realtà del farlo, condotta al fianco di un team di scienziati cognitivisti dell’Università di Cambridge con i quali collabora ormai da un settennio. Già in Entity – lavoro pluripremiato e presentato due stagioni fa anche a InDanza - il coreografo esplorava la relazione corpo/cervello per sviscerare la stratificazione del processo creativo. Con il nuovo FAR si spinge oltre, domandandosi come migliorare la comprensione di ciò che accade durante il processo compositivo e quali strumenti fornire ai danzatori per sviluppare la loro immaginazione. Domande che richiedono una approfondita investigazione in sala prove e una partecipazione attiva da parte dei danzatori. Lo stesso sforzo di pensiero che ha accumunato medici e filosofi agli albori dell’Illuminismo e in particolar modo lo studioso settecentesco Roy Porter autore di un testo cardine sulle relazioni tra corpo, mente e anima intitolato Flesh in the Age of Reason, da cui la pièce trae il nome nell’acronimo FAR. Non solo, far in inglese significa lontano, ulteriore rimando ai passi compiuti dalla scienza in tre secoli e alla strada ancora da compiere per risolvere l’eterno mistero del legame tra spirito e carne. “C’è ancora tanto di sconosciuto – dichiara il coreografo – riguardo al cervello e la sua connessione con il corpo, a tutt’oggi inspiegabile. E’ molto utile capire che cosa ci ispira a fare le cose che facciamo”.
Come d’abitudine, anche in FAR McGregor è coadiuvato da un gruppo di eccellenti artisti multidisciplinari che annovera la superstar australiana della musica elettronica Ben Frost, il collettivo rAndom International per le installazioni visive e la fedele light designer Lucy Carter. Il lavoro – che ha debuttato al Sadler’s Wells in autunno - ha inevitabilmente spaccato in due la critica: futuristi e passatisti non sono mai andati d’accordo. Del resto si sa, con McGregor servono uno occhio nuovo, una mente con body scanner e una forte propensione al futuro. Solo così il piacere della sua danza diviene totale.


organizzazione: Centro Servizi Culturali S. Chiara