Fame
Garda che musical!
Fame
di David De Silva
Testo Josè Fernandez
Musiche Steve Margoshes
Canzoni Jacques Levy
Regia di Bruno Fornasari
Coreografie Stefano Bontempi
assistente coreografia Corinne Bonuglia.
Direzione musicale associata Maurizio Campo
Direzione dei cori Eyal Lerner
Luci Marco Macrini
Prosegue lirrefrenabile successo Fame Saranno Famosi, il musical campione dincassi nei teatri italiani (92.000 spettatori in 86 repliche).
Lo spettacolo è prodotto della società lArtistica diretta da Lorenzo Vitali, punto di riferimento per la produzione di musical in Italia dopo il successo la scorsa stagione de Il Violinista sul tetto diretto ed interpretato da Moni Ovadia , di cui Lorenzo Vitali ha curato la produzione con ben 150 repliche nei migliori teatri. Il musical Fame è ladattamento teatrale del film Saranno Famosi diretto da Alan Parker e dellomonima serie di telefilm. Ha debuttato nel 1988 e da allora gira in diverse edizioni in tutto il mondo riscuotendo un ampio successo di pubblico (a Londra è ancora in cartellone dopo 9 anni).
A livello narrativo, lo spettacolo italiano propone il seguito delle storie del film e dei telefilm, spostando lazione circa un paio danni più avanti con personaggi che ricalcano molto quelli originali. Il centro delle vicende resta sempre la Performing Arts School di New York che con il suo metodo dinsegnamento e lo stile di vita resta lunica vera protagonista di tutta la trilogia Fame - Saranno Famosi (film telefilm musical). Rispettando lo spirito originale di Fame, la cui forza sta tutta nei suoi giovani interpreti, per il cast sono stati scelti artisti giovani e giovanissimi, alcuni con qualche esperienza alle spalle, altri al loro debutto. La produzione ha ricevuto oltre 12.000 curriculum, visto più di 400 candidati con audizioni a Roma, Milano, Firenze e Pavia, scegliendone 12. La creazione del musical porta la firma di David De Silva (cooproduttore insieme ad Alan Parker del film) che ha voluto una versione teatrale del suo celebre lavoro dopo il successo degli episodi televisivi. Il copione è stato scritto da Josè Fernandez che ha mantenuto la linea narrativa originale voluta da Alan Parker: una serie di brevi flash sulla vita degli studenti nella scuola nellarco di tempo di 4 anni, dal giorno delle audizioni sino a quello del diploma. Le canzoni sono state scritte da Steve Margoshes con le parole di Jacques Levi, tranne il tema principale Fame, Im gonna live forever che è quello ormai famosissimo come colonna sonora del film e sigla dei telefilm. La direzione artistica è affidata a Marco DAverio che ha anche curato la traduzione del testo e delle canzoni. Scene, luci, costumi e regia originale di Luigi Perego e Gigi Saccomandi riprese da Bruno Fornasari e Marco Macrini. Le coreografie sono di Stefano Bontempi e la supervisione musicale di Eyal Lerner. La musica è rigorosamente dal vivo con unorchestra di 8 elementi . Lesecuzione, che avviene senza supporti computerizzati, basi o cori registrati, ricrea perfettamente latmosfera del vero teatro musicale. La parte di Miss Sherman è stata affidata alla cantante lirica Monica Small, continuando così una linea artistica di cross over tra opera e musical, già iniziata da Richard Rodgers e Leonard Bernstein. La parte dellinsegnante di musica è stata affidata ad un virtuoso del flauto barocco , Eyal Lerner. La commistione dei generi in questo musical è fortemente voluta dal suo autore che crede sia molto importante che i futuri professionisti dello spettacolo si formino conoscendo la musica classica, il balletto e i testi classici anche se sceglieranno di esibirsi in repertori moderni. Lo studio dei classici è un asse portante del metodo americano. Così il personaggio di Tyron, nero ribelle di Harlem interpretato da Teka Kanga , che ama la break dance e frequenta la scuola per ballare a Broadway, potrà diplomarsi solo dopo aver imparato Shakespeare. In una società che attraverso i media comunica ai giovani lillusione di un facile successo in campo artistico senza studio o formazione, la storia di Fame- Saranno Famosi si rivela ancora attuale occasione di riflessione, rendendo al teatro quella funzione pedagogica e sociale a cui non dovrebbe mai rinunciare.