Fassa, montagna che scompare. Disegni e acquarelli di Damiano Magugliani
In esposizione disegni e acquerelli di Damiano Magugliani
Un atto di amore e di denuncia per una memoria spesso cancellata
La memoria non è mai un dato acquisito per sempre. È un patrimonio che va continuamente valorizzato, approfondito, discusso. È questo il filo conduttore delle iniziative e dei progetti che l'Istituto ladino di Fassa sta proponendo in queste settimane. Mentre infatti è pienamente attivo il progetto SCRIN, con la possibilità di consultare il grande patrimonio culturale del mondo ladino (sia da casa attraverso il sito dell'Istituto, sia dalle postazioni multimediali del Museo ladino di Vigo), si apre venerdì prossimo la mostra, curata da Damiano Magugliani, dal titolo: Fassa, montagna che scompare. L'appuntamento è per venerdì prossimo 8 luglio alle ore 17, presso la sede dell'Istituto ladino di Vigo di Fassa.
Magugliani, la memoria e l'identità
Fassa è sempre Fassa, con le sue rare bellezze, le Dolomiti, gli scenari mozzafiato. Ma anche l'uomo è sempre l'uomo, con la sua pervicace opera di distruzione, di profanazione continua di quella bellezza. E così, quell'opera di denuncia che l'architetto milanese Damiano Magugliani raccolse con grande rabbia nel libro Fassa, montagna che scompare, edito nel 1982 dall'Istituto culturale ladino di Vigo di Fassa, oggi è ancora pienamente e lucidamente valida. A tal punto che lo stesso Istituto la riproporrà quest'anno, sotto forma di una mostra, nel corso dell'estate prossima, dall'8 luglio al 6 agosto, presso la Sala riunioni della propria sede, in località San Giovanni.
L'esposizione offrirà al pubblico i disegni e gli acquerelli che Magugliani, nel corso degli anni, ha dedicato allo stravolgimento della valle ad opera dell'uomo. L'opera di Magugliani si concentra sugli insediamenti abitativi, sulle veia majons e i tobié da zacan, i fienili e le vecchie case fassane, la testimonianza materiale di un rapporto fra natura e cultura costruito su equilibri secolari e oggi minacciato (e sempre più spesso spazzato via) da nuovi modelli di sviluppo. Magugliani sa bene che la memoria storica ha a che fare con l'identità e con la dignità di un popolo. Ogni demolizione cancella una parte di quella memoria, e dunque minaccia anche da vicino la stessa identità di quella comunità. Per questo, il suo lavoro appare ancora oggi tanto prezioso e necessario.