Filippo
Stagione di Prosa di Bolzano 2010/2011
La Grande Prosa
Teatro Stabile di Torino
Filippo
di Vittorio Alfieri
regia Valerio Binasco
scene e luci Nicolas Bovey
costumi Sandra Cardini
con Sara Bertelà, Valerio Binasco,
Fabrizio Contri, Michele Di Mauro, Lorenzo Bartoli
Una stupenda riscoperta
Filippo, tragedia di Alfieri un tempo molto frequentata ed oggi quasi mai rappresentata è un lavoro che si compone di cinque atti con dialoghi brevi, ma intensi, caratteri distintivi di una drammaturgia alfieriana dal gusto molto moderno per lepoca. Siamo nella seconda metà del Settecento e per la precisione tra il 1775 e il 1781, anni in cui lAlfieri lavorò a questo testo allindomani della messa in scena della sua prima tragedia, Cleopatra.
Insofferente per carattere alle costrizioni, artefice del mito dellintellettuale che si erge come baluardo contro qualsiasi forza che limiti o impedisca la libertà delluomo, lo scrittore piemontese pone la riflessione sulla tirannide al centro del proprio pensiero politico e poetico.
Filippo è un grande tiranno spietato e dominato dalla sete di potere ma ha una propria umanità perché consapevole che la ragione della sua infelicità è la solitudine di cui si circonda. Questo pensiero, tuttavia, non è espresso se non nell'ultima battuta della tragedia, nella quale Filippo si chiede se la morte che ha seminato lo abbia in qualche modo soddisfatto.
Nella tragedia ricorrono gli elementi tipici della scrittura alfieriana, secca e possente, moderna e classica al contempo: pochi personaggi in scena (la figura di Filippo domina nell'opera, al punto che la sua sola presenza in scena proietta una sinistra ombra sugli astanti), rigorosa lapplicazione delle unità di azione, di tempo e di luogo, assenza delle tirate care al dramma settecentesco.
In Alfieri la severità del verso si accompagna alla severità etica dei personaggi. E per la prima volta con il personaggio di Don Carlos emerge il profondo credo politico dellautore, che non si fonda su uno sterile anelito libertario, ma sul sentimento della morte, inteso come unica possibile via duscita per leroe. La morte non è sublimata come nella tradizione classicista francese, ma è repentina e drammatica.
Ambientata nella reggia di Madrid, lazione si svolge nellultimo giorno del contrasto che oppone il sovrano di Spagna, Filippo II, al figlio Carlo.
Poco frequenti sulle nostre scene di oggi, le tragedie di Alfieri mantengono la potenza e la grandiosità del verso poetico. Il Teatro Stabile di Torino ha affidato a Valerio Binasco, uno dei registi e uomini di teatro più significativi dellodierna scena italiana, la regia e linterpretazione del Filippo.