Floraviva

Mostra

Floraviva
Pittura botanica contemporanea
mostra temporanea

La natura si fa arte con “Floraviva”, mostra temporanea dedicata alla pittura botanica contemporanea, che verrà inaugurata a Trento, giovedì 22 settembre 2005, presso la sede del Museo Tridentino di Scienze Naturali, in via Calepina.
La mostra, che rimarrà aperta fino al 13 novembre 2005, espone oltre 100 opere raffiguranti piante della nostra flora accanto a specie che vivono nelle lontane foreste tropicali, e inoltre funghi, ortaggi, fiori coltivati e antiche varietà di frutta. Il tutto dipinto ad vivum in grandezza naturale, con la tecnica dell’acquerello e della gouache, da quindici pittori botanici dell’Associazione Floraviva di Milano, selezionati quali esponenti più qualificati del settore. In esposizione anche libri, campioni d’erbario, materiali botanici provenienti da collezioni storiche del Museo Tridentino di Scienze Naturali e da raccolte private.

L’arte dell’illustrazione botanica è strettamente legata allo sviluppo della scienza botanica, le cui origini sono da ricercare nello studio delle proprietà medicinali delle piante. Raffigurare una felce per distinguerla da un giglio o da una rosa è semplice, ma disegnarla con una precisione tale da poterla differenziare dalle altre felci richiede qualcosa in più del talento naturale. E’ necessario avere la capacità di osservazione che è frutto dell’esperienza, la profonda conoscenza scientifica dell’oggetto disegnato e, soprattutto saper riconoscere e mettere in evidenza l’essenza stessa dei particolari.
Le illustrazioni diventano quindi immagini didattiche in quanto contengono, obbligatoriamente, un certo numero di informazioni sulla pianta rappresentata. Così come le tavole anatomiche illustrano dettagliatamente i segreti del corpo umano, così anche l’artista botanico rende visibili i segreti del mondo vegetale con l’aiuto di pennelli, colori e addirittura di bisturi e lente. “Un trattato di botanica privo di figure è come un libro di geografia privo di cartine” dichiarava nel XVII secolo il botanico inglese John Ray.
Illustrazione botanica dunque come espressione di una perfetta sintesi tra arte e scienza, capace di comunicare la conoscenza e l’amore per la natura.

Iniziative collaterali
A corollario della mostra “Floraviva” una ricca offerta di iniziative collaterali per approfondire i segreti dell’arte della pittura botanica: conferenze tematiche, corsi di disegno e atelier naturalistici oltre alle visite guidate che illustrano le opere sia dal punto di vista artistico che botanico. Dal 28 ottobre al 6 novembre 2005 inoltre una esposizione di antiche varietà di frutta, con i profumi e i sapori di un tempo.

Mostra ideata e organizzata da:
Museo Tridentino di Scienze Naturali, Floraviva - Associazione italiana pittori botanici, Comune di Borgo Valsugana (TN), Associazione Arte Sella

Coordinamento e supervisione scientifica:
Francesco Rigobello – Museo Tridentino di Scienze Naturali

Progetto allestimento:
Anna Paoletto – Associazione Floraviva

• Intervista a Anna Paoletto, pittrice botanica, presidente dell’Associazione Floraviva e a Anne Maury - illustratrice botanica
In occasione dell’inaugurazione della mostra Floraviva, pittura botanica contemporanea incontriamo due delle artiste che espongono le loro opere in mostra. La curiosità suscitata dalla minuziosa bellezza dei quadri presentati nelle sale di Palazzo Sardagna ci induce ad approfondire il discorso legato a questo tipo particolare di pittura.

Chiediamo allora per prima cosa ad Anne Maury se un pittore botanico è un pittore che si avvicina alla botanica o è un botanico che si avvicina alla pittura?
“Solitamente è un pittore che si avvicina alla botanica o che ha da sempre un particolare interesse verso la materia, cioè la natura.”

Da dove nasce questo interesse per la pittura botanica? Lei, laureata in storia dell’arte, in che modo ha unito la passione/amore per l’arte ad una tematica così particolare e specifica?
“Sono cresciuta in campagna e le piante mi hanno sempre interessato; ho iniziato a fare questo lavoro per caso, quando un’amica mi ha chiesto se era di mio interesse lavorare nel campo dell’illustrazione botanica scientifica. Oggi realizzo sia illustrazioni che pittura botanica.”

Trattandosi di soggetti naturali, ci chiediamo se sono sempre ritratti rigorosamente dal vero e come si fa a fissarne i dettagli?
“Sì, i soggetti botanici dovrebbero essere fatti sempre rigorosamente dal vero; in realtà ciò è molto difficile perché la pianta essendo un essere vivente segue il proprio ciclo e muta nell’arco del giorno, aprendo e chiudendo i suoi fiori, schiudendo nuove foglie, perdendone delle altre. Per questo il risultato di una tavola, che illustra ad esempio tre steli di iris, è il frutto di decine di iris osservati nelle lunghe ore, nei giorni – tre, quattro almeno – che sono serviti a completare il dipinto.
Non è un lavoro facile, perché la pianta si muove, muta e dunque per aiutarmi a realizzare il dipinto, prima abbozzo il disegno, poi rendo in dettaglio le parti che durano meno – fiori, foglie – ed infine quelle che resistono più a lungo. Qualche volta mi aiuto con delle fotografie o parti della pianta secche, ma questo non mi soddisfa e perciò lo facci solo in casi estremi. Considero la fotografia una illustrazione piatta che oltretutto non consente di osservare la pianta nei suoi particolari come posso fare quando la tengo in mano: non posso voltarla, avvicinarla, toccarla e riportarne le caratteristiche, più nascoste. Anna Paoletto aggiunge: “Sì, la pittura botanica è sempre un ritratto dal vero, questo non significa però che i pittori copino dal vero. I tempi vitali della pianta non corrispondono ai tempi di esecuzione della tavola. Un fiore dura un’ora e per dipingerlo serve circa un mese. Per completare il lavoro allora si usa un altro fiore, anche un po’ diverso... e avanti così finché non si completa i dipinto. Il pittore cerca però di interiorizzare quel fiore, si serve della memoria, per i particolari può aiutarsi quindi con la memoria, o con parti della stessa pianta secca. La cosa principale è aver conosciuto il soggetto dal vero, poi ci si può servire anche di fotografie per i particolari.

Sappiamo che lei ama dipingere soprattutto orchidee, ma in genere in base a quale criterio sceglie i soggetti dei suoi dipinti?
“Una ragione puramente estetica. Nel realizzare un grosso lavoro di documentazione delle orchidee italiane (l’autrice infatti ha illustrato il volume “Iconografia delle orchidee d’Italia” ho dipinto orchidee) ho dipinto questi fiori che trovo bellissimi, ma ritengo molto elegante anche il ramo di ontano, e perciò ho dipinto volentieri anche quello. In generale, prediligo la flora selvatica spontanea.

Chiediamo quindi all’architetto Paoletto: può raccontaci la storia dell’Associazione Floraviva? Siamo quindici artisti - la maggior parte donne – e ci conosciamo da molto tempo, ma solo due anni fa ci siamo organizzati e abbiamo costituito l’associazione per poter fare delle cose qualitativamente migliori. All’Associazione hanno accesso persone che hanno avuto particolari riconoscimenti o che hanno presentato la loro opera al direttivo dell’associazione che le ha ritenute meritevoli. Privilegiamo la qualità, e a nostro giudizio sono solo pochi gli artisti che riescono ad andare oltre un certo grado di approfondimento… e qui entra in campo la differenza tra illustrazione e pittura. Se la prima raffigura la pianta così come l’occhio la vede, la pittura vuole rappresentare un qualcosa in più, che non si vede ed è possibile cogliere solo carpendone l’essenza dell’anima: bisogna dar vita alla pianta.