Florian Grott

Mostra

Mostra personale di scultura di Florian Grott.
L'artista, nato a Rovereto (Tn) nel 1974, ha frequentato la scuola d'arte e la scuola professionale d'arte di Ortisei. Successivamente ha frequentato l'accademia d'arte Cineroli di Verona.

Florian nasce a Rovereto (TN) il 2 aprile 1974. Figlio dello scultore poeta e artista Cirillo Grott, Florian eredita dal padre il genio artistico anche se con diverse modalità di espressione. Cresce a Guardia di Folgaria un piccolo paese abbarbicato sui monti che si affaccia alla più nota località turistica di Folgaria. Dal 1990 al 1993 frequenta la scuola d'arte di Ortisei e per i tre anni successivi anche la scuola professionale d'arte nella stessa cittadina della Val Gardena. Si trasferisce poi a Verona dove per un anno frequenta l'accademia d'arte Cineroli. Il suo profondo senso di indipendenza lo porta poi a scegliere di camminare con le sue gambe e nasce così l'idea dello studio di Rovereto. Dal 1997 nella cittadina trentina è infatti aperto il suo personale studio atelier con mostra permanente, dove l'artista espone le sue opere. Anche se giovane, numerosi sono i riconoscimenti a livello locale e internazionale.

UNA SCULTURA CHE NON CONCEDE NE' SOSTA NE' QUIETE
Florian dipinge e scolpisce da un bel po' anche se è giovane, perché nell'arte ha trovato sicuro rifugio la sua irruenza e fedele compagna la sua fierezza ribelle e montanara. E' principalmente scultore, ma la sua pittura non è comunque semplice ancella della sua scultura; è piuttosto una sorta di diario interiore le cui dense pagine raccontano di caldi sentimenti custoditi con amorevole cura.
Alcuni dei suoi dipinti, a tecnica mista, soprattutto certi nudi, possiedono una coinvolgente vena poetica, che mette in risalto un'intimità molto ricca di suggestive sfumature.
La scultura in legno è in ogni caso il luogo vero, il deposito autentico della sua creatività. Nel legno Florian ritrova le sorgenti durature di un rapporto inventivo con la natura, sorella e madre a un tempo, esigente, che chiede rispetto, amore, dedizione senza riserva alcuna. Nel legno Florian ritrova se stesso, con il suo bisogno di verità crude e nette, con la sua sete infinita di dolcezza e di tenerezza spesso mascherata, con la sua volontà di giustizia e di equilibrio. La scultura diventa strumento di rivelazione della vita stessa, occasione privilegiata di rapporto completo con la fisicità del mondo, natura e corpo.
Le sculture del Nostro alternato delicati profili femminili a severi sguardi guerrieri e a grandi incombenti figure cariche di mistico pathos e di rilevante panica partecipazione. Floria lavora per lo più legni duri e resistenti, ama la lotta del corpo a corpo con la materia. Affronta spesso direttamente i tronchi d'albero e li libera, li alleggerisce del loro peso, estraendo dalla loro massa quello che tenacemente nascondono. Le forme plastiche sono per così dire trovate nell'enorme bisaccia della natura, gelosa delle sue gemme più preziose. Lo scultore diventa maieuta e rivela con l'avventura faticosa ma entusiasmante delle sue mani ciò che il suo occhio e il suo animo avevano già visto oltre il naturale nascondimento. Questo processo risulta molto chiaro in tutte le sculture di Florian e in particolare nelle ultime, in quelle più imponenti, che riescono con straordinaria forza a produrre nuovo spazio, nuovi percorsi e nuove relazioni, che sembrano invocare il nostro stupore, la nostra preghiera, il nostro grido e che non ci concedono né sosta, né quiete.
Mario Cossali