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Mostra

Nella galleria civica «Craffonara» ai giardi di Porta Orientale dal 12 al 30 luglio Anna Caser e Adriano Cecco presentano i recenti lavori e alcune installazioni realizzate insieme: due artisti che provengono da percorsi e formazioni diverse, ma che per l'occasione hanno lavorato assieme, ad un progetto comune. Una scelta teorica che ha la ragion d’essere nelle reciproche poetiche e nella prassi dell’operare artistico, ma si tratta anche della volontà di mettere insieme delle affinità elettive che diventano originalità e ricerca di novità nell’arte. La mostra è aperta al pubblico tutti i giorni dalle 10 alle 13.30 e dalle 17 alle 20.30 con ingresso libero. A cura del centro culturale «La Firma» di Riva del Garda. Inaugurazione: sabato 12 luglio alle ore 18.

Le opere «Arca terra» e «Miss Politica» sono state sponsorizzate dalla fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, che dal 1899 promuove opere ed artisti d'arte contemporanea, e sono state esposte in una villa veneta a Mirano dal centro culturale Pardes e ad Arte Fiera Padova 2013.

Anna Caser è un'artista internazionale che vive e lavora a Verona. Sue opere si trovano presso privati e collezioni pubbliche in Italia, Europa, negli Stati Uniti, in Canada e negli Emirati Arabi. «...Un’artista – spiega la sua biografia – che possiede il pregio non comune di vivere una intensa sensibilità personale in autonoma e aperta simbiosi con le grandi voci della cultura internazionale... Risulta chiaramente osservabile come, nelle sue opere, sia presente l’uso della frattalizzazione modulare per cavar fuori dal nulla caotico dello spazio grafico vuoto la nascita di imprevedibili ordini per serialità successive di piccoli moduli, fino ad ottenere la complessità, artisticamente vivente, dell’immagine racchiusa in un proprio ordine “ben temperato”. Una nuova spazialità sensibile si apre ai corpi immaginari, dove il sogno e la favola vengono dolcemente ad abitare, con diritto di realtà più che reale. Organicità strutturale, rigore e respiro insieme delle forme, rompendo ed esaltando lo spazio fuori dalla sua inerzia, rinserramento e canto geometrico delle “gabbie” sottilmente rigate con cui la Caser arresta l’immaginario fuggente dentro ritmi interiori, ecco un segreto antico e sempre nuovo della figuralità grafica e pittorica andata al di là di figurativismo e astrattismo».

«Adriano Cecco, che lavora con una materia intrisa di umori e di evocazioni, non teme di riscaldare la sua pittura alla luce di una dimensione metaforica, sospingendola in quei sottili sortilegi che, come sempre, sanno interessare le zone più esposte della psiche. Scalda la materia, dicevo; oppure la sottopone ad improvvisi raggelamenti: con ciò voglio dire che il nostro artista penetra nella sensualità stessa del mondo, riconoscendole un ruolo sostanziale, non di mera apparenza ma di solida struttura filologica. In tal senso si può tra l’altro serenamente sostenere che le sue tele sono contenitori alchemici, rivolti a spiritualizzare la materia, a farla miracolosamente lievitare: microcosmi dell’anima»