Francesco Lo Savio
Una mostra che riscopre l’opera di un artista tra i più interessanti nel panorama italiano e internazionale del secondo Novecento.
A cura di Silvia Lucchesi, Alberto Salvadori, Riccardo Venturi
A
oltre quindici anni dall’ultima importante esposizione dedicatagli da un’istituzione, Francesco Lo Savio (1935 – 1963) torna al centro della proposta espositiva museale con una mostra monografica che, a partire da un accurato lavoro di ricerca, getta nuova luce sull’opera dell’artista. Materiali d’archivio, schizzi, progetti autografi e fotografie, molti dei quali esposti per la prima volta, costituiscono le premesse da cui muove questo inedito progetto.
Tra i più significativi nomi del panorama artistico italiano e internazionale, Lo Savio realizza tutti i suoi lavori in un lasso di tempo molto breve, che termina con la sua morte a soli ventotto anni: una carriera bruciante, ricca di intuizioni che verranno accolte dagli artisti minimalisti e concettuali.
Non solo i progetti, ma l’intero pensiero creativo dell’artista si fonda sul rapporto con l’architettura, vero e proprio dispositivo teorico che lo guida nel ripensamento del ruolo dell’arte nella società contemporanea. Architettonica, ancor prima che minimalista, è anche la cifra distintiva delle sue opere, la maggior parte delle quali non venne mai esposta quando Lo Savio era ancora in vita.
Attraverso una selezione di cinquanta lavori, la mostra ripercorre l’intera vicenda creativa di Lo Savio lasciando emergere le istanze principali che connotano la sua ricerca: lo studio dello spazio e la resa della luce. Dai Filtri, stratificazioni materiche da cui affiora in superficie una vibrante trama di immagini, ai dipinti della serie Spazio-Luce, la traiettoria seguita dalla mostra approda ai Metalli e alle Articolazioni totali, strutture che dialogano manifestamente con lo spazio ambientale in cui si collocano.
Concludono il percorso i progetti di architettura e urbanistica nei quali Lo Savio ridefinisce gli elementi della sua pratica scultorea, visiva e concettuale. Si tratta dei noti studi per la Maison au soleil, prototipo di unità abitativa ispirato agli edifici di Le Corbusier.
Figura centrale della scena artistica romana degli anni Sessanta, Lo Savio ha esposto in ambito internazionale ed è presente con la sua opera in numerose istituzioni pubbliche e collezioni private. Tra queste il Museo d’arte della Svizzera italiana di Lugano, il Museo d’Arte contemporanea Donnaregina di Napoli, Fondazione Prada e Pinault Collection, da cui provengono alcuni importanti prestiti in mostra.
L’esposizione sarà seguita dalla pubblicazione di una monografia con contributi di alcuni tra i più importanti specialisti di Lo Savio, un’edizione critica degli scritti dell’artista e una raccolta di documenti inediti.