Franco Arminio e le cartoline dai morti
Franco Arminio, poeta, scrittore e “paesologo” ( come lui stesso si definisce ) ha pubblicato raccolte di versi come “Cedi la strada agli alberi” o libri in prosa come “Vento forte tra Lacedonia e Candela” o “Geografia commossa dell’Italia interna”.
Animatore di battaglie civili, viene a presentare il suo “Cartoline dai morti” in cui racconta l’esistenza vista dalla fine, dalla morte; un’esistenza che si riduce alla fine a poche cose: una luce sul comodino, un barattolo di caffè, un maglione verde, un solitario, una donna amata, una sconosciuta.
Attraverso 150 cartoline paradossali e fulminanti, Arminio ci offre un resoconto dei tanti modi di morire, immaginando messaggi provenienti da un posto sconosciuto ( l’unico che tutti visiteremo ).
Cosa sia la poesia per Arminio lo racconta lui stesso sul suo seguitissimo blog
"Comunità provvisorie ", in questo modo:
1.
La poesia è una forma di pentimento. Tentiamo di farci il bene dopo che ci siamo fatti del male.
2.
La poesia è il corpo che decide di parlare, è un’insurrezione della carne.
3.
La poesia viene sempre da un confine, non è mai centrale.
4.
La poesia è sguardo messo ad asciugare. Lo sguardo messo ad asciugare diventa parola.
5.
La poesia non si fa con le tue parole, non ne hai. E non si fa neppure con le parole degli altri, non ci servono.
6.
La poesia è un fallimento con le conseguenze migliori, ma è comunque un fallimento.
7.
La poesia non c’entra niente con le cose che si capiscono e neppure con quelle che non si capiscono.
8.
La poesia è un messaggio che viene dal corpo, una fitta dietro l’orecchio, un’arancia nascosta dietro un ginocchio, il fegato che chiede acqua, una piccola vela nella testa.
9.
La poesia non sa e non deve sapere. La poesia deve vedere.
10.
La poesia è un’intimità provvisoria col mistero. La poesia se ne va, resta il mistero.
organizzazione: Libreria Arcadia - Rovereto