Galizia, Pasubio, Isonzo
La mostra, la più ampia mai realizzata, permetterà ai visitatori di scoprire la varietà, il notevole valore artistico e linteresse documentario dei Kappenabzeichen austro-ungarici, in un percorso che si muove tra arte e propaganda.
I Kappenabzeichen sono dei piccoli distintivi metallici, muniti nella parte posteriore di un sistema di attacco con cui potevano essere appuntati sul vestito o sulluniforme (preferibilmente sul berretto), da militari e da civili. Negli anni della Prima guerra mondiale ne vennero realizzati migliaia di tipi diversi e se ne vendette un numero difficilmente valutabile di esemplari, allo scopo di finanziare lassistenza alle vedove, agli orfani, ai profughi e agli invalidi.
I distintivi da berretto ebbero anche lo scopo, attraverso l'appello alla difesa della patria, alla fedeltà allimperatore, al consenso alle ragioni del conflitto, di stimolare il sentimento patriottico nella popolazione civile e lo spirito di corpo in reparti spesso molto compositi sul piano nazionale e linguistico. All'interno di grandi unità (gruppi desercito, armate, ecc.), inoltre, un distintivo portato sul berretto poteva permettere a reparti fino a quel momento mai entrati in contatto, di riconoscersi nella nuova formazione.
I Kappenabzeichen non costituivano parte integrante delluniforme, a differenza dei distintivi relativi alle unità o alle specialità, e comparvero certamente prima che qualunque decreto ne regolamentasse l'impiego. I primi documenti relativi all'uso risalgono alla fine del 1916 e prevedono che in zona di operazioni i distintivi possano essere portati, in servizio e fuori, "solo sul lato destro del berretto".
È documentato che i distintivi erano portati a tutti i livelli di grado e che lo stesso imperatore Carlo I, in visita ai reparti al fronte, non dimenticava mai di indossare il distintivo delle unità con cui si intratteneva. La documentazione fotografica testimonia, per altro, una capillare diffusione dei distintivi tra i militari di grado inferiore. Col tempo, quelle piccole placche metalliche diventarono un medagliere ricordo dei fronti dove il militare aveva combattuto o dei reparti di cui aveva fatto parte.
La mostra è stata realizzata con il contributo della Provincia autonoma di Trento, con la collaborazione dellUfficio Storico dello Stato Maggiore Esercito, del Museo storico dei Bersaglieri di Roma e del Museo storico delle Truppe alpine di Trento e con il patrocinio del Forum Austriaco di Cultura a Milano.
Il percorso espositivo
In mostra sono visibili centinaia di esemplari, suddivisi in 15 sezioni sulla base del soggetto rappresentato sul distintivo: Sovrani e comandanti, Alleati e corpi volontari, Bandiere e numeri di reparto, Il soldato in trincea e in battaglia, Servizi, specialità e nuovi corpi, Le molte tappe della vita del soldato, Il nemico, Licona eroica del soldato, Aquile e leoni contro orsi e serpenti, Santi protettori, Il fronte italiano, Lo scenario della guerra, Le armi della guerra, Date e testi, Stemmi e insegne araldiche.
La collezione di Kappenabzeichen del Museo Storico Italiano della Guerra, costituitasi con la donazione Marchetti ed accresciuta da numerose successive donazioni e acquisizioni, comprende oggi più di 700 esemplari ed è stata riordinata, descritta e catalogata da Alberto Lembo, che per il Museo aveva già catalogato la raccolta di decorazioni ed onorificenze della Grande Guerra, presentata in occasione della mostra Onore al merito. Onorificenze e decorazioni nella Prima guerra mondiale, allestita nel 2005.
Questo nostro impegno ha trovato inoltre un prezioso collaboratore in Siro Offelli, competente studioso della storia della Prima guerra mondiale e appassionato cultore della documentazione materiale dellesercito austro-ungarico.
Per lesposizione di distintivi da berretto allestita nel 2007 il Museo ha potuto avvalersi della disponibilità di alcuni collezionisti a prestare parte delle proprie raccolte per consentire una più ampia e rappresentativa selezione. Ha potuto inoltre contare sulla prestigiosa collaborazione dellUfficio Storico dello Stato Maggiore Esercito, del Museo storico dei Bersaglieri di Roma e del Museo storico delle Truppe alpine di Trento.
Il patrocinio offerto dal Forum Austriaco di Cultura a Milano conferma la fecondità della ricerca storica per la crescita delle conoscenza, della stima e dellamicizia tra popoli e culture, che la distanza temporale dalle tragiche vicende del Ventesimo secolo non rende meno auspicabile e importante.
Lesposizione sarà accompagnata da due pubblicazioni: una guida alla mostra e un catalogo della collezione (più di 1.000 pezzi) che si presenta di grande interesse, non solo per i collezionisti.
Guida alla mostra
Galizia, Pasubio, Isonzo. Distintivi militari austro-ungarici tra propaganda ed orgoglio di reparto, Museo Storico Italiano della Guerra 2007, pp. 96
Catalogo della collezione
Alberto Lembo, Distintivi da berretto austro-ungarici, Museo Storico Italiano della Guerra 2007, pp. 400
organizzazione: Museo Storico Italiano della Guerra