Geri Allen Trio & Carmen Lundy

Musica jazz

Garda Jazz Festival 2007
Ladies of Jazz

Geri Allen Trio & Carmen Lundy
"Timeless Portraits & Dreams"

Geri Allen piano
Carmen Lundy voce
Darryll Hall contrabbasso
Kassa Overall batteria
Maurice Chestnut tapdance

"Timeless Portraits & Dreams" è il nuovo CD di Geri Allen uscito alla fine del 2006: un amalgama di composizioni originali, standard jazz e spirituals, sintesi e affermazione artistica, storica e spirituale delle connessioni che hanno reso il jazz la forza culturale emersa nel secolo scorso.
“Il jazz incorpora in sé il meglio di noi, perché riflette chiaramente chi siamo, le nostre debolezze e i nostri punti di forza…Nelle sue massime espressioni, noi ci poniamo da parte e diventiamo strumenti pronti a ricevere, vulnerabili , e aperti alla divina influenza”.

Geri Allen è forse la più celebrata pianista jazz della sua generazione, in possesso di una grande tecnica e dell’abilità di passare da un tocco vellutato a sonorità estremamente dure, a seconda delle necessità musicali. I suoi esordi negli anni ’80 la vedono parte integrante della scena jazzistica di Brooklyn, a fianco di Steve Coleman e Cassandra Wilson, e, sebbene ora suoni in modo più “tradizionale” rispetto a molti suoi colleghi, ha mantenuto un approccio improvvisativo libero e disinvolto e un’apertura al R&B e al rock. Il suo stile si può porre fra il Nuovo tradizionalismio e il post-fusion funkateers, caratterizzato da una fortissima distintività personale.
Le prime due trionfali registrazione per la leggendaria etichetta Blue Note “The Nurturer” del 1991 e “Maroons” del ’92, definito da Jazz Time il più bell’Album che si ricordi, hanno aperto collaborazioni con il bassista Ron Carter e Tony Williams. L’opportunità di suonare come pianista nella band di Ornette Coleman, accanto a personaggi come Senardo Coleman e Charnett Moffet e la diva Betty Carter, risultato nel lavoro “Feed the Fire” con la presenza di Jack Dejhonette e Dave Holland, ha permesso alla pianista di Detroit di “ avere la libertà di muoversi dentro e fuori con la sua musica”, ricavando sempre nuove energie e ispirazione per la propria musica a partire dal contatto con grandi interpreti del periodo.

Carmen Lundy, nata a Miami, Florida, Frequenta l’Università di Miami in Canto Lirico, scoprendo presto la passione e il suo talento per il jazz. Trasferitasi a New York alla fine degli anni ’70 ha da allora calcato le scene a livello internazionale, collaborando con Ray Barreto, Don Pullen, Kenny Barron, John Hicks, Earnie Watts, Mulgrew Miller, Billy Childs e molti altri. Le sue performance hanno avuto critiche encomiabili dal New York Times, The Villane Voice, The Los Angeles Time, The Washington Post accanto a numerose pubblicazioni straniere. Carmen Lundy è anche una apprezzata compositrice e autrice di canzoni, oltre che attrice in produzioni di Broadway.

Darryl Hall decide piuttosto tardi di seguire la carriera professionale full time, a trent’anni nel 1992 e, solo tre anni dopo, è riuscito nell’impresa di vincere il prestigioso premio internazionale Thelonious Monk Bass Competition. La sua versatilità, vena creativa e professionalità lo hanno posto quale scelta primaria di molti grandi del jazz, sia per registrazioni che per effettuare tourné mondiali, fra i quali Tom Harrel, Regina Carter, Rachelle Ferrel, Abdullah Ibrahim, e la Lionel Hampton Band.

Kassa Overall ha avuto l’opportunità di studiare con una leggenda della batteria, presso il Conservatorio di Oberlin, come Billy Hart e con altri grandi jazzisti quali Marcus Belgrave, Robin Eubanks, Gary Bartz e Wendell Logan. Vincitrice di numerosi premi è ormai scelta dai più grandi nomi della scena newyorkese per registrazioni e tour internazionali.

Maurice Chestnut è diventato un danzatore professionista all’età di nove anni come membro del “New Jersey Tap Ensemble” di cui è attualmente ballerino principale e coreografo. Ha ricevuti numerosi riconoscimenti per la sua attività in musical a Broadway e in varie produzioni.
Come solista sta ora lavorando per sviluppare ulteriormente il suo stile unico di “suonare il tap” come fosse uno strumento vivente. “ Guardarlo danzare è come camminare dentro Harlem negli anni ’40 su un ritmo di hip-hop.”


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