Giù
Un urlo contro il marciume della società che umilia la dignità e la libertà dell’individuo
Giù è un invito indignato a rompere il silenzio per dare voce agli altri.
In un’atmosfera surreale, dove il dramma è in continuo equilibrio con la comicità, il Figlio, sotto gli occhi del Padre, sbuca in scena per manifestare il proprio malessere contro un mondo sempre più saturo di egoismo ed indifferenza, e lo fa sbucando dal cesso.
Non un cesso metaforico, un cesso vero e proprio, che domina la scena, metafora di un mondo che puzza di fogna e di falsità. Giù, nel cesso, c’è anche Don Carlo, un prete scomodo, che è finito giù, perché su non vuole più stare comodo. Giù è finito il Sagrestano che dopo tanti anni di soprusi e violenze, stanco di subire, trova la forza e il coraggio di ribellarsi.
Giù c’è, anche, il povero cristo di Ugo che preferisce cantare sotto un ponte per non perdere la dignità. Giù, per ritornare su, a respirare un’aria nuova e degna. Il testo è di Spiro Scimone, uno dei più interessanti e apprezzati autori teatrali di oggi, che è stato capace di ottenere per le sue opere riconoscimenti importanti in tutta Europa, attraverso una lingua padroneggiata e ironizzata nella rincorsa di luoghi comuni.
Vincitore del premio UBU, porta in scena la sfida dell’uomo al nichilismo del presente, in una ricerca costante e artisticamente ineccepibile.
Ingresso € 8,00
In caso di pioggia: Mezzocorona, Teatro S. Gottardo (via S. Giovanni Bosco, 8)
organizzazione: Gruppo Arte Mezzocorona