Giuseppe Maraniello. Antenati. Gli eroi
Mostra a cura di Giovanna Nicoletti
Segni di antiche e lontane presenze abitano i nostri territori. Ritrovamenti di importanti reperti archeologici sempre più invitano a interrogarsi sul significato del nostro presente scoprendo le tracce di ciò che è rimasto. In questo contesto di scoperta e di riappropriazione della memoria arcaica del territorio le statue stele sono un esempio affascinante di statuaria antropomorfa ancora da indagare.
Le statue stele ritrovate ad Arco - in occasione degli scavi per il nuovo ospedale avviati negli anni Novanta - rappresentano figure maschili, femminili e asessuate accompagnate spesso da raffigurazioni di ornamenti, di elementi del vestiario, di dettagli anatomici e di armi, in particolare pugnali triangolari che permettono di datare perfettamente le statue stele nella piena età del Rame, verso il 3000 a.C..
Il recente ritrovamento di una settima stele suggerisce il tema di questa mostra: gli antenati eroi e simboli del passato e del presente. La settima stele - dalle sembianze femminili adorna di un leggero vestito che copre il corpo e lascia intuire la presenza dei seni, da un mantello a listelli quadrangolari, da ornamenti quali orecchini a spirale e da un copricapo o una particolare acconciatura va a dialogare con i personaggi che abitano le carte e le sculture di Giuseppe Maraniello.
La scultura nellopera di Giuseppe Maraniello (Napoli, 1945) è estensione della pittura. Descrive lo spazio nel quale il linguaggio plastico si muove sinuoso ad intrattenere brani che rivelano leggiadre presenze, quasi profetiche. Esili figure, senza esitazione, mostrano la loro dimensione mitologica e abitano gli spazi della materia. La scultura occupa lo spazio e si proietta sulla superficie della parete, la abita, la modifica, la travolge con un ritmo dinamico secondo un impercettibile gioco di equilibri. Piccole figure ammiccano, fuoriescono da luoghi che sembrano lontani.
Le carte, presentate per la prima volta in occasione di questa mostra, possiedono la dimensione del tempo e dello spazio tese ad annullarsi. Alcuni brevi e composti tocchi di pigmento colorano le superfici e i personaggi prendono vita: si slanciano e danzano, compiono incantesimi prima di tornare ad essere di nuovo statue immobili.
organizzazione: Comune di Arco Assessorato alla Cultura - in collaborazione con Provincia Autonoma di Trento Soprintendenza per i Beni Archeologici